Sull'isola di Amity ci si prepara alla nuova stagione estiva ma una serie di misteriosi incidenti mettono in allarme il capo della polizia Martin Brody. Prima la scomparsa di due sub, poi l'esplosione di un motoscafo con la morte di due ragazze che praticavano lo sci d'acqua e infine il corpo spiaggiato di un'orca marina con degli enormi morsi nella zona ventrale. Brody è convinto della presenza di un nuovo squalo, ancora più grande e pericoloso di quello da lui affrontato anni prima, ma nessuno vuole credergli, le autorità locali gli danno del paranoico e addirittura lo sospendono dall'incarico per non compromettere la stagione turistica, a cui è collegato il benessere economico della comunità. Ma dovranno ricredersi ben presto e toccherà ancora a Brody affrontare il "mostro" marino per salvare i molti ragazzi (tra cui anche i suoi figli) partiti per una regata velica e dispersi in mare alla deriva dopo l'attacco del famelico squalo assassino. Era quasi inevitabile che Lo squalo (Jaws, 1975) di Steven Spielberg, uno dei più grandi successi della storia del cinema, avesse prima o poi un sequel. I produttori Richard D. Zanuck e David Brown, alla luce del clamoroso boom al botteghino mondiale del primo film, iniziarono a pensarci già dal 1976, cercando in tutti i modi di convincere Spielberg a tornare alla regia. Ma il regista, nonostante la giovane età, fu irremovibile, disse chiaramente che non era una questione di soldi ma artistica, che per lui il primo film era insuperabile e definitivo e che non avrebbe avuto senso farne un seguito-copia solo per scopi commerciali. Disse anche che sarebbe stato interessato esclusivamente ad un eventuale film dedicato alla tragica vicenda della corazzata USS Indianapolis, raccontata con cruda dovizia di particolari da Quint nella parte centrale di Jaws. Ma Zanuck e Brown non intendevano correre rischi e andare sul sicuro, sfruttando al massimo un collaudato schema di successo e l'effetto aspettativa del pubblico. E quindi, dopo vari tira e molla sul nome, decisero di affidare la regia al semi esordiente francese Jeannot Szwarc, che aveva lavorato molto per la televisione e diretto un solo lungometraggio per il grande schermo: il mediocre fanta-horror Bug - Insetto di fuoco (1975). Anche Roy Scheider ebbe molte perplessità nel tornare nei panni di Brody; alla fine fu convinto forzatamente dalla Universal, ma durante le riprese ebbe una lunga serie di scontri e litigi con il regista, dimostrando di aver accettato senza troppi entusiasmi e convinzioni. Girato di nuovo sull'isola di Martha's Vineyard (a largo delle coste del Massachusetts), con le sequenze marine realizzate nelle più calde acque della Florida per evitare il ripetersi dei tanti guasti agli squali meccanici avvenuti durante la travagliata lavorazione del primo film, Lo squalo 2 è una brutta copia dell'originale, un film scialbo, ripetitivo, inverosimile e del tutto privo della suspense o della magia avventurosa del predecessore. Tra l'altro ne sovverte anche la potente idea (alla base del suo successo) di mantenere lo squalo poco visibile per tre quarti del film. Qui lo squalo si vede praticamente da subito e l'effetto spaventoso si riduce notevolmente. Il compositore John Williams tornò a curare la colonna sonora, riprendendo il suo tema leggendario e componendone di nuovi, con un risultato come al solito impeccabile. Nonostante tutti i suoi limiti il film ebbe un enorme successo al box office, rimanendo per molti anni il sequel di maggiore incasso della storia del cinema. La saga ufficiale vide anche altri due seguiti, ancora più sciocchi e banali: Lo squalo 3 (Jaws 3-D, 1983) di Joe Alves e Lo squalo 4 - La vendetta (Jaws: The Revenge, 1987) di Joseph Sargent. Poi, fortunatamente, visti gli incassi in costante calo, hanno avuto la decenza di fermarsi.
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