sabato 6 novembre 2021

La corrispondenza (2016) di Giuseppe Tornatore

Ed Phoerum è un professore universitario di astrofisica, scozzese sessantenne, sposato e con figli. L'uomo ha una relazione segreta con Amy Ryan, giovane studentessa ventenne, che incontra clandestinamente non appena gli è possibile spostarsi da Edimburgo, nella sua seconda casa nell'incantevole località di Borgo Ventoso. I due si amano con tenerezza e passione ma tengono nascosto il loro rapporto, che dura da 6 anni, per l'età e la situazione di lui. Quando Ed muore improvvisamente la ragazza, nonostante il trascorrere del tempo, continua a ricevere suoi messaggi d'amore sul cellulare, email, pacchi regalo e video su internet. Turbata e spaventata, Amy cerca di scoprire come sia possibile questa corrispondenza sentimentale oltre la morte. Melodramma romantico con risvolti psicologici scritto e diretto da Giuseppe Tornatore, che ha anche realizzato un romanzo (con lo stesso titolo), facendolo uscire poco prima del film. E' un'opera atipica per l'autore siciliano e quasi spiazzante per la sua esile banalità. Stupefatti dalla delusione, che aumenta con il procedere della narrazione, viene la voglia impellente di rimanere incollati alla visione fino alla fine dei titoli di coda, sperando in un qualche ribaltone in extremis che possa salvare la pellicola e ricordarci che trattasi di un lavoro di Tornatore. Ma questo non avviene e la delusione si trasforma in spiacevole sorpresa. Non a caso il regista non ha più diretto nuovi film dopo questo, probabilmente rendendosi conto di essere a corto di idee e preferendo aspettare una ispirazione degna della sua carriera, piuttosto che dedicarsi a progetti insulsi, "alimentari" o fuori dalle sue corde. Nonostante il cast internazionale (Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Simon Johns, James Warren, Shauna Macdonald), le solite efficaci musiche di Ennio Morricone e l'incanto mozzafiato degli scenari ambientali (in particolare l'Isola di San Giulio nel lago d'Orta, che nella finzione scenica diventa Borgo Ventoso), la pellicola paga il dazio di un'idea di fondo fragile (e non originale), di una sceneggiatura sgangherata e di un tono prolisso, serioso, accademico, che poi scivola gradualmente nell'implausibile e nel melenso nella parte finale. Uno scivolone fragoroso per il bravo autore di Bagheria, che esige una riflessione ed una pausa anche lunga prima di avviare nuovi progetti. Come difatti è avvenuto, essendo Tornatore un artista intelligente, sensibile e rispettoso dei suoi numerosi ammiratori.

Voto:
voto: 2/5

Nessun commento:

Posta un commento