Pauline Cross, per tutti "Poppy", è una maestra elementare londinese solare, allegra e spensierata. Sempre vestita con abiti sgargianti al limite del kitsch, vive all'insegna di un ottimistico carpe diem con autoironia e spirito lieve, dividendosi tra lavoro, amici e lezioni di flamenco. L'incontro con Scott, il suo istruttore di guida, uomo introverso, cupo e arrabbiato, la metterà di fronte al suo esatto opposto. E non senza problemi. Splendida commedia umoristica scritta e diretta da Mike Leigh, soltanto in apparenza leggera (ma giammai sciocca), perchè, sotto le pieghe della sua ilarità scanzonata (irradiata dal disarmante personaggio di "Poppy") nasconde un animo più problematico, saggio e riflessivo che s'interroga sul (non) senso della vita e sulle difficoltà di comunicazione emotiva in una società che sembra intrappolata in tendenze autoreferenziali, fossilizzate sull'io piuttosto che sul noi. Gli aspetti drammatici dell'opera, affrontati senza sermoni patetici ma sempre all'insegna di uno spirito semiserio, provengono dal personaggio intollerante di Scott, che è la nemesi di "Poppy" ed il simbolo di quegli echi realistico radicali che appartengono da sempre al cinema dell'autore. La capacità di Mike Leigh di mettersi in gioco e reinventarsi nello stile, pur rimanendo coerente alle sue idee e alla sua poetica orientata verso gli "invisibili" del quotidiano, è ammirevole e propria di pochi grandi autori. Spettacolare interpretazione di Sally Hawkins nel ruolo della goffa, tenera, simpatica e irresistibile "Poppy", che attraversa la vita con frivolezza armata del suo sorriso, e ci regala una sequela di battute e di sequenze folgoranti, che hanno conquistato pubblico e critica. Tra i diversi riconoscimenti ottenuti dalla pellicola ricordiamo la candidatura all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale (a Mike Leigh) ed il doppio premio vinto dalla Hawkins come miglior attrice: l'Orso d'Argento alla Berlinale ed il Golden Globe.
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