mercoledì 14 aprile 2021

Memorie di un assassino (Salinui chueok, 2003) di Bong Joon Ho

Gyeonggi, Corea del Sud, 1986. In una zona rurale un serial killer violenta e uccide giovani donne. La polizia locale, rozza e spietata, è totalmente impreparata ad affrontare un caso del genere e fa più danni che progressi nelle indagini. Da Seoul arriva un esperto ispettore per dirigere le operazioni e dare una svolta al caso. Ma la verità può avere molte facce e rivelarsi una chimera difficile da raggiungere. Ispirato alla vera storia del primo omicida seriale coreano, che ha terrorizzato la provincia di Gyeonggi tra il 1986 e il 1991, questo poliziesco noir di Bong Joon Ho è diventato famoso dopo il clamoroso successo agli Oscar di Parasite (in Italia era uscito solamente in home video nel 2007, passando del tutto inosservato, ed è stato distribuito in sala, con discreti risultati, nel 2020). Utilizzando registri narrativi eterogenei e mescolando abilmente generi diversi (il thriller angosciante, il giallo investigativo, la commedia farsesca), l'autore realizza un tagliente apologo politico sulla società coreana durante il periodo del regime dittatoriale ed un monito sferzante sulla pervasiva contaminazione della violenza ideologica, che penetra inarrestabilmente negli strati più bassi della popolazione, tramutandosi poi in violenza fisica, aggressione, tortura, stupro, omicidio. E' un film nero, qua è là mitigato da un'ironia amara (generalmente rivolta all'incompetenza della polizia), che non fa sconti nella cruda disamina caustica e che non utilizza paraventi ipocriti nella sua sferzante denuncia sociale. In questo mondo arretrato, crudo, succube e ignorante, raffigurato con perentoria lucidità da Bong Joon Ho, nessuno è realmente innocente, tutti hanno qualcosa di cui vergognarsi, il male è la conseguenza inevitabile del degrado politico centrale e l'unica innocenza percepibile è quella perduta, sacrificata alle ingiustizie del potere. L'estrema abilità del regista si evidenzia nella capacità di mantenere sempre il controllo assoluto sulla materia e di non smarrire mai equilibrio e senso della misura, nonostante l'intento critico ed il coinvolgimento ideologico. Ma c'è anche tanto cinema in questo "thriller impegnato" di Bong Joon Ho. Cinema della miglior specie, capace di volare alto. Almeno due le sequenze memorabili: l'inseguimento nel tunnel ed il finale in mezzo ai campi: beffardo, allegorico, indimenticabile.
 
Voto:
voto: 4,5/5

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