A Città del Messico Marco fa l'autista di un potente generale dell'esercito. Ana è la giovane figlia dello stesso generale e fa la prostituta per diletto. Marcos è divorato dai sensi di colpa per il rapimento di un bambino conclusosi tragicamente con la morte accidentale del piccolo, e confessa tutto ad Ana con la quale intrattiene sporadici incontri sessuali. Ma il suo animo tormentato non trova pace e, in cerca di espiazione, l'uomo si unisce ai pellegrini di Nostra Signora di Guadalupe. Pretenzioso dramma erotico misticheggiante del messicano Reygadas, regista estremo e creativo che punta tutto sulle sensazioni forti, dando vita ad un cinema dal sapore aspro che ruota intorno al dittico ambientazione-sesso e su come questi elementi siano determinanti per influenzare il comportamento umano. Il suo è un cinema di corpi, di pulsioni, di umori, un'ispezione dettagliata (spesso al limite del morboso) dell'esteriore per puntare all'interiore e all'universale. Gli intenti sono molto alti, la tecnica è (volutamente) scarna, essenziale, quasi greve. Ma i risultati non sono poi così straordinari, non in questo film almeno. Scandalo annunciato al Festival di Cannes 2005, fece molto parlare di sè per le scene di sesso esplicito, indubbiamente forti e, talvolta, anche di cattivo gusto. Per quanto tali scene siano tutto sommato coerenti con l'atmosfera paranoide del film, che vuol essere un ritratto visionario e disturbante, a tinte pesanti, della capitale messicana, soffocata da fanatismo religioso, istituzioni retrograde e povertà sociale. La provocazione sessuale è una metafora del conseguente senso di disagio, volta a colpire duro lo spettatore per indurre una riflessione. Detta in questo modo potrebbe anche sembrare che ci siano tutte le carte in regole per un perfetto film d'autore, ma, purtroppo, la "somma" di tutti questi elementi non si combina in un prodotto finale all'altezza delle intenzioni e tutto appare un po' eccessivo, accumulato, buttato lì, fuori contesto, in bilico tra truce effettismo e sterile ascetismo di maniera. Insomma Reygadas se la canta e se la suona, ma, in questo film, non va oltre la patina (ruvida) di un'ambiziosa superficie.
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