giovedì 22 aprile 2021

Pizza Connection (1985) di Damiano Damiani

Mario è un killer mafioso emigrato a New York, dove gestisce una squallida pizzeria come attività di copertura per il traffico di droga. Nonostante l'indubbio "talento" criminale, la sua carriera nella gerarchia malavitosa è stata bloccata a causa di un errore commesso anni prima. Ma il nuovo intermediario tra le famiglie di Palermo e Cosa Nostra americana, Ognibene, ha fiducia cieca in Mario e gli propone un incarico di cruciale importanza (e di grande pericolo) con il quale potrà riscattarsi agli occhi della "Cupola": tornare a Palermo per eliminare un alto magistrato inflessibile, le cui indagini stanno mettendo i boss in serio imbarazzo. Tornato a casa, Mario, che ha bisogno di uomini fidati, cerca di convincere il fratello Michele, giovane onesto di buoni sentimenti, ad aiutarlo nella sua opera, mettendone alla prova il potenziale criminale. Il ragazzo ha una venerazione per lui ma non se la sente. Mario decide allora di sfruttare a suo vantaggio il punto debole del fratello, per convincerlo a passare con lui nel "lato oscuro": Michele è innamorato di una ragazza schiava di un losco giro di prostituzione minorile, e farebbe di tutto per salvarla. Dopo il grande successo popolare de "La Piovra", celebre sceneggiato televisivo diretto da Damiano Damiani e con protagonista Michele Placido, la "coppia" si ripropone sul grande schermo l'anno successivo con questo nuovo film di mafia, in cui però stavolta Placido fa il ruolo del cattivo (e lo fa anche molto bene). Il titolo emblematico è ispirato al nome di un'indagine condotta dalla FBI contro Cosa Nostra nei primi anni '80, ma i riferimenti reali finiscono qui perchè la vicenda narrata è di pura finzione, sebbene sia verosimile per molti aspetti e per altri addirittura (e purtroppo) preveggente. Pizza Connection è un crime cupo e violento, carico di patos nelle scene madri, ben girato in quelle d'azione, ruvido nella descrizione ambientale e nel tratteggio dei personaggi negativi. Risulta invece fin troppo edificante nella caratterizzazione del personaggio di Michele (Mark Chase), che sembra un pesce fuor d'acqua rispetto al contesto. Non è un film brutto ma più canonico rispetto alla filmografia di Damiani. L'intrattenimento è garantito per gli amanti del genere, ma siamo più nel territorio del cinema "popolare" che di quello d'autore. Molto buono il cast, con Michele Placido, Simona Cavallari e Tony Sperandeo al di sopra di tutti. Esistono due versioni del film: una cinematografica di 116 minuti e una televisiva di 180 minuti. La migliore è la prima.
 
Voto:
voto: 3/5

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