venerdì 16 aprile 2021

The Host (Gwoemul, 2006) di Bong Joon Ho

A Seul, in una bella giornata primaverile, una mostruosa creatura anfibia emerge dal fiume Han e scatena il caos, uccide molte persone per poi sparire di nuovo nelle acque, portando con sè la piccola Hyun-seo. L'intervento dei militari (anche americani) farà più danni che benefici, ma la stravagante famiglia della bimba, sottoproletari coraggiosi, uniti e perfetti conoscitori dei territori intorno al fiume, non si perde d'animo e decide di affrontare il mostro. Splendido horror sci-fi di Bong Joon Ho, che rivitalizza con un'energia tutta nuova il classico genere dei monster movies made in Asia, svelando al mondo intero il grande talento visionario del regista coreano. A dire il vero l'autore aveva già firmato, tre anni prima, il capolavoro Memories of Murder, che però è uscito in colpevole ritardo in occidente, quando il nostro era già diventato famoso. Mettete pure da parte i pittoreschi b-movie giapponesi sui mostri, o quelli americani, fracassoni, innocui e privi di anima. The Host è qualcosa di profondamente diverso, è un film vero, serio e solido, scritto benissimo, ben recitato e magnificamente diretto. E non solo per i magnifici effetti speciali della Weta Workshop (che rendono la creatura assolutamente realistica), ma, soprattutto, per l'abilità del regista di mescolare abilmente generi e toni narrativi diversi, passando rapidamente dall'horror al film d'azione, dalla commedia grottesca al dramma di critica sociale. Il tutto miscelato con coerenza e senso della misura, e reso in immagini con un montaggio agile e scattante, garantendo un intrattenimento piacevole, appassionante e intelligente. Diverse scene memorabili, dialoghi di straniante simpatia ed una tagliente ironia che mette nel mirino la tronfia stupidità del potere, l'invadenza americana e l'azione deleteria della società capitalistica sull'ambiente e sulla natura (la nascita del "mostro" è imputabile a scarichi industriali illeciti nelle acque del fiume, che hanno provocato la mutazione). Il messaggio finale della famiglia di "perdenti" che riesce in un compito dove tanti potenti hanno fallito, grazie ad una maggiore furbizia, unione, senso pratico e attitudine alla lotta quotidiana, è di irridente provocazione. E i più attenti non potranno non notare le tante assonanze tra i Park e i Kim (la famiglia protagonista di Parasite), a dimostrazione dell'unità tematica e stilistica nella filmografia dell'autore.

Voto:
voto: 4/5

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