Una famiglia di teledipendenti guarda distrattamente un film in tv: "Ladri di saponette", diretto da Maurizio Nichetti, in bianco e nero, di stile neorealista, ambientato nella miseria dell'Italia del primo dopoguerra e molto somigliante al capolavoro di De Sica, Ladri di biciclette. Ma una invadente pubblicità (a colori) interrompe di continuo la visione del film, scegliendo tra l'altro sempre il momento meno appropriato. Durante uno dei tanti spot, a causa di un blackout, i personaggi della pubblicità "migrano" all'interno del film e viceversa, creando un guazzabuglio di situazioni folli e stravolgendo il senso del racconto. Il regista (Nichetti) prova ad intervenire dallo studio per rimettere ordine nel caos che è diventato il suo film, ma subirà una sorte analoga. E intanto che fine hanno fatto i telespettatori ? Geniale commedia fantastica di Nichetti: una satira di costume originale, mordace, irriverente, ricca di invenzioni creative, di estro surreale, di momenti esilaranti, tutto sospeso in un'atmosfera stralunata, tra ghigno, malinconia e critica pungente contro la tirannia degli spot pubblicitari, che già nel 1989 egemonizzavano i programmi televisivi, senza alcun rispetto per l'arte e per gli spettatori. E' un film intelligente, preveggente, visionario, pirandelliano. Una parodia dal tono sbarazzino, priva di sermoni e di pesantezze, ma non per questo meno lucida nel suo intento caustico. E scoprire che tra le compagnie di produzione figura anche Reteitalia (del gruppo Fininvest) non può che indurre un sarcastico sorriso, perfettamente in linea con lo spirito dell'opera. E' il miglior film dell'autore, la declinazione più equilibrata ed efficace del suo talento vulcanico. E, non a caso, alla sua uscita mise d'accordo tutti, pubblico e critica.
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