venerdì 23 aprile 2021

Una separazione (Jodaeiye Nader az Simin, 2011) di Asghar Farhadi

Nader e Simin sono due coniugi iraniani, colti e benestanti, in profonda crisi matrimoniale. Lei vorrebbe espatriare perchè non tollera più l'arretratezza del suo paese in materia di diritti delle donne. Lui non intende partire per non lasciare da solo il padre gravemente malato. La coppia si separa e la figlia adolescente resta con lui. Nader assume una badante per farsi aiutare ad accudire il suo vecchio genitore: una donna incinta, fanatica religiosa, che lavora di nascosto senza aver mai informato il marito. La situazione assumerà sviluppi tragici. Il quinto lungometraggio del bravo Asghar Farhadi è un raffinato dramma psicologico che parte da Teheran e dal mondo musulmano ma riesce a trasfigurare la vicenda grazie alla potenza sincera della sua verità, rendendola quindi universale. Non a caso il film ha ricevuto premi e consensi a tutte le latitudini: Orso d'Oro (alla pellicola) e Orso d'Argento (agli attori) al Festival di Berlino, Oscar al miglior film straniero e poi ancora Golden Globe, British Independent Film Awards, Premio César, David di Donatello e l'elenco potrebbe andare ancora avanti. Insomma: un trionfo mondiale. La sua forza è nelle sfumature, nella realistica umanità, nei dialoghi perfetti, nella sfuggente ambiguità di tutti i personaggi che li rende veri e credibili, nella profondità delle sue tematiche, che prescindono da lingua, razza o religione. Come già sancito dal titolo emblematico, questo è un film di divisioni, e di contrasti. All'interno dell'atavica contrapposizione tra uomo e donna, che è al centro della più evidente patina da melodramma, se ne celano anche diverse altre ugualmente pregnanti, a saper leggere tra le righe del racconto: modernità e tradizione, borghesia e proletariato, verità e menzogna, relativismo e assolutismo. C'è davvero tanto da cogliere in questo gran film di Farhadi, semplice solo in apparenza, al punto che, se la sua visione è d'uopo, sarebbe forse il caso di metterne in preventivo anche una seconda, per decifrare appieno le molte sfumature. In cui risiede la sua forza, come già detto prima.
 
Voto:
voto: 4/5

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