Spagna, anni '60, durante la dittatura franchista. Diego Mora è un comunista, membro attivo della resistenza interna contro il regime, in collegamento costante con esponenti della sinistra francese. Durante un lungo soggiorno a Parigi l'uomo si abbandona alla sua passione per le donne, intraprendendo due relazioni in parallelo, e inizia a dubitare dell'utilità del suo impegno per la causa politica, che, dopo tanti anni di lotte, gli appare più che mai disperata. Ammaliante dramma politico introspettivo di Alain Resnais, basato sulla solida sceneggiatura scritta per lui da Jorge Semprun, esule spagnolo vissuto in Francia. Ma se il materiale di partenza narrativo è saldamente plausibile (a causa della reale esperienza e del sincero coinvolgimento del suo scrittore), il grande regista francese sa andare parecchio oltre, immergendo un racconto realistico di matrice sociale nel suo elegantissimo cinema della memoria, sensoriale e sensuale, capace di giocare con il tempo e di plasmarlo in un flusso stilistico che, interconnettendosi di continuo con lo stato d'animo dei personaggi, sa farsi racconto, suggestione, emozione, sentimento, visione. Nonostante un ritmo più pacato e disteso rispetto agli standard dell'autore, il film abbonda di dettagli, inquadrature, lampi poetici, sbalzi temporali nel passato e nel futuro che avvolgono lo spettatore, addentrandolo nel mondo interiore di Diego Mora: nelle sue ansie, nei suoi timori, nelle sue delusioni e nella sua passionalità. Nonostante l'etichetta di "film politico" (con molte critiche ricevute dalla critica di sinistra per i suoi contenuti), bisogna dire che le sequenze realmente memorabili sono due scene d'amore di vibrante intensità emotiva, tra le più belle in assoluto nella storia del cinema francese. Cast straordinario, per espressività, patos e senso della misura, con Yves Montand, Ingrid Thulin, Michel Piccoli e Geneviève Bujold.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento