Ding-on è un orfano cresciuto in una fabbrica di spade, sotto la protezione di un maestro fabbro, burbero ma giusto, che gli ha insegnato il senso dell'onore, il rispetto e la nobile arte delle lame taglienti. Dopo aver scoperto che suo padre venne ucciso barbaramente da uno spietato guerriero, Ding-on decide di partire alla sua ricerca per vendicarsi, ma un tragico incidente ne bloccherà le intenzioni. Durante un duello in difesa della giovane figlia del suo maestro, di cui Ding-on è innamorato, gli verrà tagliato un braccio. Disperato e umiliato per la sua menomazione fisica, l'uomo non si perde d'animo, si ribella alla sorte avversa e inventa un nuovo stile marziale di combattimento, conforme al suo stato di invalido. Una volta pronto potrà cercare la vendetta a lungo attesa. Cruenta pellicola di azione violenta di Hark Tsui, remake di un grande classico del genere wuxia di Hong Kong: The One-Armed Swordsman (1967) di Cheh Chang. L'autore prende le mosse dall'originale, ma lo rivisita con il suo talento visionario, rivitalizzandolo con una carica sanguinaria e una brutalità grafica di forte impatto, la cui affascinante estetizzazione stilistica colloca il film in una dimensione mitologica di ipnotica suggestione, i cui personaggi sono figure archetipali di un'era barbara e primordiale, che mettono in scena l'ancestrale lotta tra il bene e il male. Sospeso in uno scenario spartano, essenziale, carico di simbolismi pregnanti e collocato in un tempo indefinito, è un film basato sullo stridente contrasto tra il dinamismo truce dei duelli ed un fiero intimismo esistenziale, che riflette sulla natura umana. I personaggi risultano di notevole spessore, grazie ad una sapiente caratterizzazione che va ben oltre i cliché tipici di molte pellicole wuxia, in particolare le due figure femminili principali sono di memorabile intensità emotiva. The Blade è una piccola perla del cinema di Hong Kong, ma non ha avuto grande visibilità in occidente a causa della sua natura più introspettiva che spettacolare, che potrebbe renderlo ostico ai non amanti dei tempi e dei modi del cinema orientale.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento