giovedì 29 aprile 2021

Tempo di vivere (A Time to Love and a Time to Die, 1958) di Douglas Sirk

Durante la Seconda guerra mondiale, Ernst Graeber, un soldato tedesco impegnato sul fronte russo, torna a casa in licenza. La città è devastata dai bombardamenti e immersa in un doloroso clima di smarrimento, che lascia presagire l'imminente sconfitta. L'uomo conosce una ragazza, Elizabeth, se ne innamora e decide di sposarla, posseduto dalla fiamma dell'amore e dall'urgenza di sentimenti positivi in quel clima ostile. Tornato al fronte il suo cuore è cambiato e non riesce più a sottostare alla crudeltà ideologica della guerra. Ma la guerra è spietata e non guarda in faccia nessuno. Melodramma di Douglas Sirk, tratto dal romanzo omonimo di Erich Maria Remarque, che mescola passioni vitali al tragico affresco dell'atto finale del nazismo hitleriano, il tutto calato nella consueta cornice elegante e raffinata tipica dell'autore. Più che la guerra che incombe fuori fuoco, contano gli aspetti intimistici: la voglia di vivere, la speranza nel futuro, la dignità umana, l'amore. E' un film amaro e doloroso (ma non rassegnato), che s'interroga (come il libro da cui è tratto) sul contrasto tra necessità individuale e responsabilità collettiva, tra il dovere verso la patria e quello verso la propria natura umana. E' un film emozionante e importante, più sottile di quanto potrebbe apparire ad una lettura superficiale. Nel cast John Gavin sostituisce Rock Hudson (attore preferito del regista), e la cosa non è invisibile, e Liselotte Pulver è l'intensa protagonista femminile. Da segnalare la presenza di un giovane Klaus Kinski (nel ruolo di un tenente della Gestapo) e un cameo dello scrittore Erich Maria Remarque (l'autore del romanzo). Magnifiche le atmosfere da fine di un'epoca e la sensazione di fatalismo che aleggia sul popolo tedesco, bisognoso di una tormentata espiazione.

Voto:
voto: 4/5

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