Messico, 1917, durante la rivoluzione. Il governo assolda un sicario americano, Bill Tate, per uccidere il generale a capo dei rivoltosi. Tate si allea con un bandito ex rivoluzionario, El Chuncho, per sfruttare le sue conoscenze ed arrivare al rifugio segreto del suo bersaglio. Chuncho si convince grazie al lauto compenso e alla promessa di espatriare negli Stati Uniti a missione ultimata. Ma le sorprese non tarderanno ad arrivare. Energico western messicano di Damiano Damiani, regista famoso per le sue pellicole di denuncia intrise di impegno civile, che qui viene traslato in una realtà particolarmente adatta: il Messico infiammato dalla sanguinosa rivoluzione del primo '900. Anticipando di qualche anno Giù la testa di Sergio Leone, Damiani si rivolge a quel particolare contesto storico, trasfigurandolo in una dimensione astratta, per realizzare un western "politico", violento e ambizioso, un film barricadiero, ideologicamente radicale e carico di umori acidi verso il capitalismo e l'imperialismo americano. L'autore effettua anche un'operazione di "rottura" di alcuni codici dello spaghetti western, sia per quanto riguarda l'estremizzazione stilizzata della violenza (in tal caso sembra quasi che egli ammicchi al cinema di Peckinpah, rivale storico di Leone), sia per il disegno dei personaggi: più complessi, più sfumati, dotati di un proprio codice etico, per quanto questo possa essere brutale o delirante. Ad esempio El Chuncho, interpretato dal solito grande Gian Maria Volonté, è una figura interessante nel suo processo di evoluzione rivoluzionaria e sulla sua imprevedibilità si fonda l'intera storia. Completano il cast Lou Castel, Klaus Kinski e Martine Beswick (raro caso di personaggio femminile non solamente "decorativo" in un western italiano). Il finale, che all'epoca non tutti gradirono (a seconda del proprio orientamento politico) è un inno alla rivoluzione nella sua essenza più idealizzata (quella rivoluzione che invece Leone si compiace di dissacrare in Giù la testa, toccando l'apice del suo misantropico nichilismo). Alla sua uscita nelle sale Quién sabe? ebbe un buon successo di pubblico, inaugurando questo particolare sotto genere di spaghetti western, ambientati a sud del Rio Bravo.
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