Harlan Thrombey, famoso scrittore e vecchio patriarca di una strampalata famiglia più che allargata, viene trovato morto nel suo letto, con la gola tagliata, il giorno dopo la sua festa per l'85-esimo compleanno. Per indagare sul caso, oltre alla polizia locale, viene convocato il brillante investigatore privato Benoit Blanc che, sebbene diversi indizi lascerebbero pensare ad un suicidio, è convinto che la morte del romanziere sia dovuta ad un omicidio. Blanc inizia ad interrogare tutto il colorito "parentame", che è giunto al gran completo a villa Thrombey sperando di accaparrarsi una fetta della cospicua eredità. E non dovrà andare troppo a fondo per iniziare a scoperchiare rancori, bugie, segreti e numerosi scheletri nell'armadio di famiglia. Ironico giallo corale, volutamente ricalcato nella forma sulla solida struttura dei classici "whodunit" alla Agatha Christie. Ma è tutto uno scherzo, un simpatico e riuscito divertissement, un finto thriller deduttivo che nasconde, sotto pelle, una perfida commedia satirica sull'America di oggi, in cui sarà un ulteriore divertimento aggiunto per il pubblico aprire la caccia a "chi-rappresenta-chi" (un nome a caso? Donald Trump!). Leggero, irriverente, elegante nella confezione estetica, acido nei dialoghi e interessante nel macchinoso intreccio (a dire il vero un po' troppo macchinoso), garantisce un intrattenimento piacevole e intelligente. Contiene una miriade di citazioni, omaggi, chicche stravaganti, simbolismi ammiccanti e artifici linguistici, che non sarà facile mantenere nel doppiaggio in italiano. Più che dovuto il plauso al cast stellare, in cui è davvero difficile scegliere il più bravo, tra Daniel Craig, Chris Evans, Christopher Plummer, Jamie Lee Curtis, Ana de Armas, Toni Collette, Michael Shannon. L'ultimo goliardico sberleffo che il regista ci propone è la "clamorosa" rottura di due dogmi tipici del "whodunit", contraddicendo in questo modo le iniziali premesse di decalcomania giallistica. Ma, anche per evitare spoiler, lascio a voi il piacere di scoprirli.
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