venerdì 23 aprile 2021

I vivi e i morti (House of Usher, 1960) di Roger Corman

Philip Winthorp si reca nel New England, nella vecchia residenza di famiglia degli Usher per far visita alla sua fidanzata Madeline. Qui viene ricevuto dal fratello Roderick, un sinistro personaggio che lo esorta a ritornare sui suoi passi, dopo averlo informato che la ragazza è gravemente malata. Philip non si lascia intimorire e resta come ospite nella grande casa, ma, dopo l'improvvisa morte di Madeline, fa una serie di inquietanti scoperte ed inizia a sospettare che una terribile maledizione affligga la famiglia degli Usher. Affascinante horror gotico di Roger Corman (il re dei b-movies americani), stilisticamente raffinato e carico di suggestioni psicologiche, nel tentativo (invero un po' troppo pretenzioso per le capacità del regista) di contaminare il cinema di genere con elementi del cinema d'autore (principalmente europeo). Il risultato (parzialmente riuscito) è quello di un angosciante melodramma onirico in cui la paura proviene principalmente dalle atmosfere piuttosto che da elementi macabri. E' un film importante, un autentico spartiacque nella carriera del regista e, probabilmente, il suo lavoro più riuscito e compiuto. House of Usher è una pellicola di "prime volte": fu il primo lavoro non low-budget di Corman (e la cosa è evidente anche per un occhio profano), fu l'inizio della sua storica e fortunata collaborazione con l'attore Vincent Price (icona dell'horror mondiale) e con lo sceneggiatore Richard Matheson (l'autore del celebre romanzo "Io sono leggenda") , fu il primo adattamento cinematografico del regista di un racconto di Edgar Allan Poe (il primo di una lunga serie). Girato in soli 15 giorni, con la consueta abilità artigianale tipica di Corman, ebbe un buon riscontro al botteghino e resta, a tutt'oggi, uno dei maggiori successi commerciali dell'autore.
 
Voto:
voto: 3/5

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