Hannah,
Holly e Lee sono tre sorelle newyorkesi che vivono difficili relazioni amorose
che s’intersecano tra loro in più punti. Hannah, dopo essersi lasciata con il
nevrotico ipocondriaco Mickey, sposa il fiscalista Elliot, con cui mette al
mondo quattro figli. Stanco della routine matrimoniale Elliot intreccia una
relazione clandestina con la cognata Lee, a sua volta annoiata dalla storia con
il pittore Frederick. Intanto Mickey si innamora di Holly e la mette incinta,
liberandosi così dall’ossessione di essere sterile. Alla fine Lee lascia Elliot
per un giovane studente e la famiglia si ritrova, unita e apparentemente
felice, per il pranzo del Giorno del Ringraziamento. Smaliziata e brillante
commedia corale di Allen, probabilmente la più complessa della sua filmografia
grazie a ben dieci personaggi principali più altri quaranta di contorno
(sarebbe quindi d’uopo utilizzare, al riguardo, l’aggettivo altmaniano). L’azione principale si svolge
in un periodo di due anni tra un Thanksgiving
Day e l’altro, mettendo in scena il tragicomico spettacolo della vita di
coppia la cui caducità è pari soltanto all’ipocrisia su cui si fonda. Lo schema
geometrico del doppio triangolo di cui Hannah è il vertice comune, è un valore
aggiunto che suggella l’eccellente lavoro di scrittura fatto a monte. Con il
consueto tocco magico, tra ironia caustica e coinvolgente piacevolezza,
l’autore graffia e diverte, malgrado il tono apparentemente serio, inducendo
svariate riflessioni sulle difficoltà delle relazioni di coppia nell’occidente
capitalistico. I suoi temi tipici ci sono tutti, persino l’omaggio ai propri
miti cinefili (in questo caso La guerra
lampo dei Fratelli Marx), ma il ricco cast stellare porta una nuova ventata
di frizzante energia. Tra gli interpreti principali ricordiamo: Woody Allen,
Michael Caine, Mia Farrow, Carrie Fisher, Barbara Hershey, Lloyd Nolan, Maureen
O'Sullivan, Max von Sydow e Dianne Wiest. Il film ebbe un grande successo al
botteghino (è ancora oggi tra i maggiori incassi dell’autore) e riscosse
consensi unanimi guadagnandosi tre premi Oscar su sette nomination: migliore
sceneggiatura originale a Woody Allen, miglior attore non protagonista a
Michael Caine e miglior attrice non protagonista a Dianne Wiest (che otto anni
dopo vincerà un altro Oscar sempre sotto la regia di Allen). L’impudente presa
in giro della falsità dei rapporti familiari, inevitabilmente modulati sulle
corde di un inetto conformismo, è di gran classe e filtrata attraverso la lente
di un raffinato umorismo nero.
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