Durante
la Grande
Depressione la barista Cecilia, sognatrice romantica, vive in
una cittadina provinciale del New Jersey con un marito zotico, ubriacone e
fannullone, che si fa mantenere dalla donna. Gli unici momenti di evasione di Cecilia
dalla sua squallida vita sono i pomeriggi trascorsi al cinema a sognare ad
occhi aperti. Innamorata del personaggio di Tom Baxter, protagonista del suo
film preferito (“La rosa purpurea del
Cairo”), che ha rivisto svariate volte, la nostra viene un giorno premiata
per il suo entusiasmo da una sorta di incredibile “miracolo”: il fascinoso Baxter
esce dallo schermo e prende vita nel mondo reale, vivendo una storia d’amore
con lei. Intanto gli altri personaggi del film si trovano costretti ad
aspettare il suo ritorno per poter proseguire con la storia da raccontare.
Splendida commedia fantastica alleniana, tra i suoi lavori più riusciti e
carichi d’inventiva degli anni ’80, che omaggia e celebra la magia del cinema,
fabbrica dei sogni, come fonte inesauribile di emozioni, suggestioni, incanto,
meraviglia, struggimento. E’ un film per sognatori stracolmo di nostalgico
lirismo, di armoniosa grazia, di tenera poesia e di accorata complicità verso tutti
quei perdenti, inguaribili romantici, che, ogni giorno, in ogni età e in ogni
parte del mondo, vagheggiano una vita migliore facendosi rapire dalle grandi
storie che scorrono sul grande schermo. Evidentissimo l’omaggio a Buster Keaton
ed al suo capolavoro La
palla n° 13, con il principio della doppia trasmutazione da un lato
all’altro dello schermo e viceversa. Incantevole, soave, ipnotico e leggero
nella sua sapiente miscela di ironia e tenerezza, sembra fatto della stessa
materia dei sogni, con dei tocchi di deliziosa comicità non privi di un fondo
di velata amarezza. Il costante contrasto tra il senso di sconfitta incombente
e la volontà irrazionale di farsi rapire dalle proprie passioni, è la cifra
stilistica più intima di quest’opera ammaliante e sorprendente, in cui il grande
autore newyorkese ha dispensato a fiotti il suo genio, il suo tocco lieve e la
capacità di parlare dei propri miti attraverso la trasfigurazione di un
immaginifico fantastico che si esplica in questa grande romanza onirico
sentimentale. Allen si diverte, ci diverte e sa toccarci il cuore nel modo
giusto, col piglio del grande narratore di razza che sa rendere credibile
l’incredibile. Ottimo il cast, con Mia Farrow, Jeff Daniels, Danny Aiello,
Dianne Wiest e Irving Metzman. Il film ebbe una nomination agli Oscar ’86 per
la bella sceneggiatura, come al solito scritta dallo stesso Allen. E’ un must imperdibile
dell’itinerario alleniano, un magistrale esempio di metacinema surreale
modulato sull’onda di un fine umorismo e di una sottile malinconia.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento