Giorgio è un terrorista dell'estrema sinistra che scappa dall'Italia, per sfuggire alla condanna all'ergastolo, e si nasconde in Sud America. Dopo la caduta dei regimi comunisti filo sovietici decide di tornare per cercare di ricostruirsi una vita normale e rinnegare il suo passato di violenza. Fa un accordo di collaborazione con la Digos, rivela i nomi dei suoi ex compagni di lotta armata, sconta una pena minima ed esce riabilitato dopo soli 5 anni. Giorgio ce la mette tutta per redimersi e cerca rifugio anche nell'amore di una brava ragazza che stravede per lui. Ma un passato terribile come il suo non si lascia cancellare così facilmente. Tetro noir d'ambiente di Michele Soavi, ex allievo di Dario Argento e di Lamberto Bava, che ritorna al cinema, dopo 12 anni di fiction televisive, adattando per il grande schermo il romanzo omonimo di Massimo Carlotto. E' un film cattivo e spietato, nervoso e spudorato, a tratti sadico; un cupo ritratto sui lati oscuri della natura umana, sul retaggio incancellabile della violenza e sui giochi sporchi del potere corrotto, meno politico rispetto al libro ispiratore, ma più concentrato sulle scene d'azione e sulla psicologia dei personaggi. E' anche (e principalmente) una pellicola di attori, tutti bravissimi, credibili e diretti efficacemente dal regista milanese: Alessio Boni, di inquietante cinismo, Michele Placido, di malefica grandezza, Alina Nedelea, di toccante tenerezza, e Isabella Ferrari, di conturbante sensualità. Peccato che il finale scivoli nell'eccesso e nell'improbabile, facendo anche emergere la formazione artistica di Soavi, cresciuto alla "scuola" dell'horror nostrano. Il titolo è tratto da un verso della celebre canzone "Insieme a te non ci sto più" di Paolo Conte/Vito Pallavicini, portata al successo da Caterina Caselli, che fa parte della colonna sonora (sia nella versione originale del 1968 che in una nuova edizione riarrangiata dalla Caselli).
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