La casa di Davide, uno scrittore di fiabe omosessuale che vive con il giovane e solare Lorenzo, è il luogo di incontro abituale e conviviale per il loro gruppo di amici: il bancario depresso Antonio, sua moglie Angelica, psicologa empatica e accanita sostenitrice delle lega antifumo, la traduttrice turca Neval e suo marito Roberto, poliziotto introverso e non integrato, lo sfaccendato Sergio, ex di Davide, il medico Paolo che sogna di fare lo scrittore, e infine Roberta, tossicodipendente in fissa con l'astrologia. Durante uno dei loro allegri simposi, una tragedia improvvisa li metterà tutti davanti alle rispettive fragilità, costringendoli a pensare alla vita in una maniera diversa. Questo dramma corale diretto da Ferzan Ozpetek, che lo ha anche scritto insieme al fido Gianni Romoli, è un mélange non sempre a fuoco di tematiche tipiche del regista turco: una variopinta "famiglia allargata", l'omosessualità, il microcosmo borghese, il male di vivere, l'ombra della morte, un appartamento "colorato" e affollato che diventa centro dell'azione, rifugio accogliente e teatro di conflitti interiori. Lo stile è impeccabile, la messa in scena è coinvolgente, gli attori sono bravissimi e diretti con il consueto tocco vellutato. Ma emerge a tratti una netta sensazione di ripetitività, un punto di vista radical chic già declinato (meglio) in passato, con scivoloni nella ridondanza prolissa o nell'enfasi sentimentale, specialmente nel finale iper-caricato. Nel ricco cast i più bravi sono Pierfrancesco Favino, Margherita Buy, Ennio Fantastichini e Milena Vukotic. Una spanna dietro Stefano Accorsi, Filippo Timi, Luca Argentero, Serra Yılmaz e Isabella Ferrari. Ma la vera piacevolissima sorpresa è una intensa Ambra Angiolini, al suo roboante esordio cinematografico, grazie al quale l'attrice e showgirl romana riesce a scrollarsi definitivamente di dosso l'etichetta di ex baby "velina" di "Non è la RAI", con cui era diventata famosa. Grande successo al botteghino nazionale e messe di premi, consensi ed elogi per la prova della Angiolini. Il titolo deriva da una teoria degli astrologi secondo cui, avere in opposizione il pianeta Saturno, vuol dire andare incontro a cambiamenti drastici, forse dolorosi, ma anche significativi.
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