venerdì 8 ottobre 2021

Due giorni senza respiro (2 Days in the Valley, 1996) di John Herzfeld

48 ore nella San Fernando Valley, con le storie di vari personaggi che s'intersecano tra loro in modi imprevedibili: un killer spietato con un piano perfetto per mettere le mani su un rimborso assicurativo, una campionessa di sci e il suo ex marito fedifrago, un regista fallito con tendenze suicide e un'infermiera sua ammiratrice, una bionda fatale da mozzare il fiato, un gangster italiano dal cuore buono e con la paura dei cani, un uomo d'affari arrogante che soffre di coliche renali e la sua segretaria sottomessa a zerbino, uno sbirro romantico che si fa sedurre dalla bella asiatica che deve incriminare e il suo collega paranoico con problemi familiari. Tutto questo e ancora altro in un thriller grottesco, scritto e diretto da John Herzfeld, all'insegna di una tagliente ironia nera, dialoghi surreali ed un intreccio narrativo calcolato con geometrica precisione. E' un film a tratti gradevole nella sua stravagante miscela di violenza, erotismo, situazioni paradossali e personaggi strambi, ma anche fortemente derivativo e ben studiato a tavolino per solleticare l'interesse degli amanti del pulp e del cinema crime in stile Tarantino. E' infatti evidentissimo che quest'opera furbescamente artificiosa peschi a mani basse dalle pellicole del regista di Knoxville, senza dimenticare gli altrettanto palesi influssi provenienti dalla filmografia di Robert Altman. Di originale o di nuovo c'è davvero poco, ma il cast corale è all'altezza del compito, e vanno sicuramente menzionati Danny Aiello, James Spader, Jeff Daniels, Teri Hatcher, Eric Stoltz, Glenne Headly e una abbagliante Charlize Theron, al suo primo ruolo cinematografico di rilievo, ma ancora troppo modella e poco attrice. Funzionale fotografia di Oliver Wood che esalta i panorami californiani della Valley.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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