Sequel del celebre Wall Street (1987) , uno dei film più conosciuti di Oliver Stone, in cui l'attore Michael Douglas torna a vestire i panni del suo personaggio più iconico, il cattivissimo squalo dell'alta finanza Gordon Gekko, grazie al quale vinse l'Oscar come miglior protagonista nel 1988. 14 anni dopo gli eventi narrati nel primo film Gekko esce di prigione, dopo aver pagato i suoi debiti con la giustizia per frodi fiscali. Con un figlio morto suicida e una figlia, Winnie, che lo odia, l'uomo si ritrova da solo, senza un dollaro e in una società che è completamente cambiata rispetto a quella che conosceva. Sette anni dopo Gekko stenta a rimettersi in piedi, il mondo degli affari in cui un tempo si muoveva con imbattibile scaltrezza non gli concede credito nè fiducia, tutti lo considerano un rudere della "preistoria" di Wall Street, e anche il suo libro di memorie, in cui s'interroga sul concetto di "avidità" e profetizza una imminente catastrofe finanziaria globale, passa praticamente inosservato. Sua figlia Winnie è fidanzata con Jake Moore, un giovane broker carico di entusiasmo e di idee, che cerca di realizzare un grande progetto di investimenti nelle energie pulite. Quando il mentore del ragazzo si toglie la vita, dopo essere stato travolto da debiti e scandali, Jake decide di rivolgersi a Gekko, mettendo la sua ragazza con le spalle al muro e fornendo all'ex re di Wall Street l'occasione che aspettava da tempo. Ma Gekko è veramente cambiato come sembra? Questo sequel postumo che "riesuma" il personaggio di Gekko, ne introduce di nuovi e riadatta le spietate logiche del potere finanziario, che erano il cuore del primo film, alla realtà moderna, più veloce, più tecnologica, più frenetica, ma con la medesima tara ereditaria di cinica rapacità, è un film fuori tempo massimo, più attenuato e meno cattivo del predecessore, in cui i sentimenti e i rapporti familiari si mescolano con le leggi feroci del business, rendendo tutto un polpettone un po' turgido, a tratti insipido, con poche sorprese ed un finale melenso. Douglas è sempre a suo agio anche nella nuova dimensione di Gekko, ma il personaggio è scritto male e risulta fiacco e interlocutorio, totalmente privo del fascino diabolico degli anni '80 e di quel lampo killer nello sguardo. Il coprotagonista Shia LaBeouf, attore di imbarazzante mediocrità e di scarso spessore scenico, non regge il gioco e appare costantemente alieno. Molto meglio invece il resto del cast, con Carey Mulligan e Frank Langella ottimi e Josh Brolin e Susan Sarandon di navigata esperienza. Le cose migliori sono le chicche nascoste tra le righe: il cameo di Charlie Sheen, uno dei protagonisti del primo film, il cui personaggio di Bud Fox è ora diventato una sorta di nuovo Gekko, e l'ultima interpretazione del mitico e compianto Eli Wallach, che morirà nel 2014 dopo aver ricevuto l'Oscar alla carriera nel 2011. Nel film la suoneria del cellulare di Jake Moore è il celeberrimo tema morriconiano de Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Un gustoso regalo per tutti i cinefili ed un omaggio al grande Eli Wallach.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento