Quattro storie di donne tra il deserto del New Mexico e l'Oceano Pacifico che bagna Portland (Oregon). Sylvia gestisce un lussuoso ristorante, è una donna apparentemente glaciale ma intimamente tormentata che sfugge i legami affettivi e si rifugia in squallidi incontri occasionali. Gina è una donna sposata, ha quattro figli e un matrimonio difficile, e cerca rifugio nella relazione extra coniugale con Nick. Mariana è una adolescente che ha intrecciato una storia d'amore con il messicano Santiago,
dopo un evento tragico che ha segnato le vite di entrambi. Maria è una bambina che vive in Messico insieme a suo padre, pilota di piccoli aerei, che rimane vittima di un grave incidente di volo durante la disinfestazione di un campo coltivato. Esordio registico del messicano Guillermo Arriaga, già ottimo sceneggiatore conosciuto principalmente per le sue collaborazioni con Alejandro González Iñárritu, Amores Perros (2000), 21 grammi - Il peso dell'anima (2003), Babel (2006), e con Tommy Lee Jones, Le tre sepolture (2005), con questo dramma intimistico esistenziale al femminile che rappresenta un po' la sintesi (e la summa) della sua poetica introspettiva dallo stile rarefatto e dalle suggestioni ipnotiche. Passato quasi in sordina nel nostro paese, The Burning Plain è un'affascinante riflessione metaforica e filosofica sul senso sfuggente della vita, sull'insieme di passioni, pulsioni, ingiustizie, violenze, sensi di colpa e scelte sbagliate che ne determinano l'andamento caotico, rendendo ogni essere umano una sorta di naufrago alla deriva, incerto sulla direzione da prendere e su ciò che lo attende. Non esente da manierismo e da forzature nel suo rigido modello teorico, il film ondeggia avanti e indietro nel tempo per raccontare 4 vicende che poi, inevitabilmente, si interconnetteranno, svelando il nonsense implacabile degli arabeschi del destino, e scegliendo per ciascuna di esse, come simbolo archetipale, uno dei 4 elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco). Il tirannico impianto allegorico della narrazione imprigiona i personaggi all'interno dei suoi rigidi schemi ma non gli tarpa mai le ali della libera espressività e non ne nasconde mai il cuore, cercando, attraverso una fertile ricchezza di sfumature analitiche, la continua sovrapposizione tra la forma poetica dell'arte e le misteriose dinamiche dell'esistenza umana. Formidabili le tre attrici principali: Charlize Theron, Kim Basinger e una giovanissima Jennifer Lawrence, premiata al Festival di Venezia con il Premio Marcello Mastroianni. Fortemente evocativa la colonna sonora composta da Omar Rodríguez-López e Hans Zimmer.
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