Mississippi, durante la Grande Depressione. Tre furfanti di mezza tacca, Everett, Delmar e Pete, evadono dai lavori forzati per andare a caccia di un fantomatico bottino nascosto. Il loro viaggio attraverso un paese provato dalla miseria e segnato dall'intolleranza sarà un insieme di incontri e peripezie di ogni tipo: un vecchio cieco con presunti poteri di preveggenza, un nero suonatore di chitarra che ha fatto un patto col diavolo, un rapinatore squilibrato, un ambiguo venditore di Bibbie, i fanatici del Ku Klux Klan, tre "sirene" ammaliatrici, un politicante disonesto. E in tutto questo avranno anche modo di incidere un disco, assistere ad una inondazione ed Everett rivedrà anche casa e famiglia, dove però le cose sono un po' cambiate in sua assenza. Intelligente commedia surreale tragicomica dei fratelli Coen, metaforicamente ispirata a diversi episodi dell'Odissea di Omero all'insegna di un grottesco dileggio, divertito e divertente, con citazioni colte a grandi classici del cinema americano (John Ford, David Wark Griffith, Arthur Penn, Preston Sturges) ed una leggerezza ironica che sostiene l'intero impianto narrativo con briosa inventiva. E' un film sul viaggio e sulla misteriosa ebrezza del viaggio, in cui le ambientazione del profondo Sud degli Stati Uniti si stagliano con pregnante espressionismo, in un racconto allegorico che è anche musicale. Attraverso il country, il gospel e il bluegrass, la pellicola esplora il cuore delle tradizioni culturali di un paese percorso da cambiamenti e contraddizioni, duramente provato dalla crisi economica ma resiliente nella lotta contro le difficoltà. Memorabile la sequenza dei tre laidi furfanti che cantano (benissimo) "I'm A Man of Constant Sorrow" nella improvvisata sala d'incisione. Splendida fotografia virata in seppia di Roger Deakins, ammaliante colonna sonora di T Bone Burnett e Carter Burwell e ottima prova complessiva del cast sontuoso che annovera George Clooney, Tim Blake Nelson, John Turturro, John Goodman, Michael Badalucco e Holly Hunter. Due nomination agli Oscar (sceneggiatura e fotografia) ed un titolo che omaggia I dimenticati (Sullivan's Travels, 1941) di Preston Sturges, in cui il protagonista vuol girare un film ambientato durante la Grande Depressione intitolato "Fratello, dove sei?". Quest'opera di stimolante stravaganza sull'anima di un paese, che è evidentemente rivolto al passato ma ha lo sguardo puntato anche al presente, non ha avuto particolare successo alla sua uscita e viene generalmente relegata, dalla maggioranza dei critici, tra i lavori meno riusciti dei Coen. Eppure è uno dei loro film più emblematici e godibili, un'autentica quintessenza spirituale di tutta la loro arte.
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