Stanco di dissetarsi con il sangue degli autoctoni, come da consolidata abitudine secolare, il conte Dracula decide di abbandonare la nativa Transilvania e di trasferirsi nella ridente Roma, da lui ammirata sulla tv satellitare. Giunto nella capitale italiana su un cargo di clandestini, scopre che la vita di un immigrato rumeno non è poi così rosea, neanche per il re dei vampiri. Finisce in una squallida periferia romana, tra centri sociali e reietti, tampinato da uno zelante commissario di polizia che si è messo sulle sue tracce. Ma l'incontro con Zora, artista di strada che disegna graffiti, darà un senso al suo viaggio. Il primo lungometraggio dei Manetti Bros. è una stravagante commedia horror, estrosa, sgangherata e politicamente scorretta. Un b-movie dal cuore nero e l'anima coatta girato con pochi mezzi e molte idee, oscillando tra la satira sociale di connotazione pessimistica, la comicità demenziale, la parodia gotica deformante, l'estetica dei fumetti e la cultura underground dei ghetti periferici, all'insegna di un cinico disincanto esistenziale che si trasfigura in un grottesco microcosmo di personaggi ai margini: clandestini, rapper, rasta, drogati, artisti di strada, hip-hop, sfaccendati di ogni tipo. Un popolo alienato e nascosto, che vive di notte, quasi invisibile alla società "che conta" e "per bene", un piccolo esercito di perdenti che raccatta le briciole del capitalismo e tira a campare come può: i vampiri metropolitani del nuovo millennio. In questo marasma di suggestioni, citazioni e derivazioni, in bilico costante tra il trash patetico e l'invenzione audace, c'è troppo caos, scarso controllo della materia e molto del buono potenziale si perde nelle pieghe di un grossolano qualunquismo, ma la bravura artigianale e l'audace lampo creativo dei due autori romani risulta altrettanto evidente. Sono loro gli unici ed autentici eredi legittimi del caro vecchio cinema di genere italiano, geniale e scompigliato, che spopolò negli anni '60 e '70. Nel ricco cast collettivo citiamo Toni Bertorelli, Micaela Ramazzotti, Chef Ragoo, G Max, Lele Vannoli, Carlo Verdone e Valerio Mastandrea. Verdone, che ha anche prodotto il film, si ritaglia un ruolo per lui inusuale, ma appare un po' avulso rispetto al tono "svalvolato" del film. In un piccolo ruolo vampiresco fa un'apparizione la famosa pornostar romana Selen, nome d'arte di Luce Caponegro.
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