mercoledì 13 ottobre 2021

Dèmoni (1985) di Lamberto Bava

A Berlino due amiche ricevono un invito per l'anteprima di un film horror da un uomo misterioso, con il volto semicoperto da una maschera argentata. All'ingresso del cinema una maschera simile è esposta in bella mostra, una ragazza prova a indossarla ma si procura un taglietto al volto. In sala il film racconta la storia di alcuni giovani che violano la tomba di Nostradamus, dove trovano una strana maschera inquietante. Il protagonista se la mette sul volto e si trasforma in un orribile demone, iniziando a uccidere i compagni. Nel cinema accade esattamente la stessa cosa: la ragazza ferita si sente male e subisce una orripilante mutazione, tramutandosi in un essere mostruoso con artigli, zanne e gli occhi luccicanti di una fiera. Il demone attacca le altre persone e tutti coloro che vengono feriti, attraverso graffi o morsi, subiscono il medesimo "contagio", diventando a loro volta mostri assatanati bramosi di sangue. Sarà l'inizio di un massacro e di una lotta disperata da parte dei superstiti per cercare di salvarsi. Truce horror squinternato diretto da Lamberto Bava (figlio del grande Mario) e prodotto da Dario Argento, che lo ha anche scritto insieme al regista, Franco Ferrini e Dardano Sacchetti, garantendo alla pellicola una forte visibilità con la sola presenza del suo nome sulle locandine. E' un film di paura tutto costruito sull'eccesso, sugli elementi macabri e sullo splatter, in un tripudio caotico di macelleria e di orrende mutazioni che virano nel fantastico grottesco e che gli costarono un divieto ai minori di 18 anni. Ha l'anima di un feroce B-movie degno della tradizione dell'horror italiano degli anni '70 e '80 e viaggia sul filo delle sue enormi contraddizioni interne senza mezze misure, tra pregi e difetti. Da un lato è un'opera greve, un accumulo di sequenze disturbanti di bassa lega, con personaggi inconsistenti, una recitazione agghiacciante, dialoghi imbarazzanti e cadute nel trash o nel ridicolo involontario. Dall'altro si avvale di alcune idee pregevoli (il film nel film), di citazioni cinefile (la maschera è un evidente omaggio del regista a suo padre), di notevoli sequenze visionarie (i demoni che corrono nel buio con gli occhi luminescenti) e di effetti speciali artigianali (curati da Sergio Stivaletti) di ottima fattura e di spaventoso effetto. L'aspetto dei demoni è veramente raccapricciante e le trasformazioni sono molto impressionanti. Impossibile non notare le chiare influenze degli zombi di Romero e della prima metamorfosi del licantropo in Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London, 1981) di John Landis. Con una maggiore attenzione ai dettagli e cura della scrittura, questo Dèmoni poteva essere un horror ben più interessante e qualitativamente degno. Nel cast segnaliamo Natasha Hovey (famosa in Italia per le commedie di Verdone) e Urbano Barberini, mentre il futuro regista Michele Soavi fa un cameo nei panni dell'uomo mascherato che compare all'inizio. Il film ebbe un notevole successo commerciale, soprattutto all'estero, diventando un piccolo fenomeno di culto della stagione cinematografica e dando vita ad un sequel ufficiale (sulla falsa riga del primo), Dèmoni 2... L'incubo ritorna (1986) di Lamberto Bava, ed una serie di meschini cloni apocrifi, come Demoni 3 (1991) di Umberto Lenzi, che non ha nulla a che vedere con la serie ma ne sfrutta il titolo per attirare il pubblico in sala (una furberia tipica del cinema di genere italiano). La colonna sonora rock di Claudio Simonetti è decisamente troppo "pompata" e invasiva.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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