venerdì 29 ottobre 2021

Magnificat (1993) di Pupi Avati

Durante la settimana di Pasqua dell'anno 926 d.C., in una zona non precisata dell'Appenino centrale, si intrecciano le diverse storie di svariati personaggi. Un ricco latifondista che sente arrivare la morte e chiama tutti i figli a raccolta per metterli a conoscenza delle sue ultime volontà. Una concubina che cerca disperatamente di concepire un figlio maschio. Un prete pellegrino che enumera ed annota i nomi dei suoi fratelli deceduti. Due giovani sposini che devono sottomettersi di fronte alla barbara legge dello ius primae noctis. Una bimba costretta dai genitori ad andare in convento per diventare suora. Tutte le sottotrame sono unite da una vicenda che fa da filo conduttore e che vede un boia che viaggia insieme ad un inesperto aiutante, per portare a termine due esecuzioni capitali particolarmente cruente. Questo cupo dramma medievale, scritto e diretto da Pupi Avati, è un film potente ed austero, di forte respiro epico e di sinistra fascinazione simbolica. Una magnifica ricostruzione di un'epoca oscura e ancestrale che dà vita ad un grande affresco magmatico in cui coesistono sacro e profano, efferatezze e superstizioni, ignoranza e crudeltà, violenza e sopraffazione, profezie e fanatismo. Su tutto aleggiano il senso opprimente del peccato imposto da una Chiesa dispotica, la paura della morte e il silenzio di Dio, inteso come assenza di un segno tangibile della sua presenza rassicurante. Per quanto immerso in un pesante senso di misticismo (invero più anelato che raffigurato), il film è intimamente laico e si rivolge al cuore dell'uomo, fragile e solo nella dolorosa realtà della vita, che ha bisogno di un conforto, di una speranza, di uno scopo, di un bene superiore, da cui nasce la tensione religiosa e la ricerca di Dio. Con uno stile sobrio e asciutto che ricorda molto quello di Rossellini (e di Pasolini), Avati realizza un'opera colta e importante, praticamente unica nella sua filmografia, dimostrando ancora una volta che, per quanto generalmente catalogato come maestro delle commedie nostalgiche costruite sul filo della memoria, egli ha raggiunto i suoi risultati migliori al di fuori del genere per cui è maggiormente famoso.

Voto:
voto: 4/5

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