venerdì 22 ottobre 2021

Giallo napoletano (1979) di Sergio Corbucci

Raffaele Capece, professore di mandolino classico, si è ridotto a fare il suonatore ambulante a causa dei suoi problemi: una invalidante zoppia ad una gamba per colpa della poliomielite ed un padre sfaccendato che dilapida al gioco tutti i soldi che lui guadagna. Proprio a causa del viziaccio paterno, Raffaele si trova coinvolto, suo malgrado, in una brutta storia di misteriosi delitti che vedono coinvolti una suora, un'infermiera, due ricattatori e la famiglia di un direttore d'orchestra. Nonostante la situazione pericolosa, Raffaele s'improvvisa investigatore per districare la complessa matassa che affonda le sue radici in un vecchio crimine commesso durante la guerra e che ha come filo conduttore la musica. Stravagante commistione tra commedia, giallo deduttivo, farsa folcloristica e poliziesco, firmata da Sergio Corbucci sullo sfondo di una Napoli notturna e decadente, dalle forti suggestioni barocche. E' un film riuscito solo a metà, interessante per l'originalità delle atmosfere e per le belle interpretazioni di un cast imponente, che annovera nomi come Marcello Mastroianni, Ornella Muti, Michel Piccoli, Renato Pozzetto, Peppino De Filippo, Zeudi Araya, e che si mette diligentemente al servizio della coraggiosa idea dell'autore. Corbucci è un regista esperto e padrone dei generi, e la sua mano sicura si nota ampiamente, ma le note dolenti derivano soprattutto dalla sceneggiatura sgangherata e macchinosa, che si ingolfa spesso tra passaggi tortuosi, svolte implausibili e inutili lungaggini, rendendo la vicenda troppo artificiosa e poco oliata. Il film viene principalmente ricordato per essere stato l'ultima apparizione cinematografica del grande Peppino De Filippo, che morì l'anno dopo dopo una lunga e grave malattia.

Voto:
voto: 2,5/5

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