giovedì 14 ottobre 2021

W. (2008) di Oliver Stone

La controversa presidenza di George W. Bush raccontata da Oliver Stone (regista) e Stanley Weiser (sceneggiatore), con gli eventi salienti dei suoi anni alla Casa Bianca come supremo leader occidentale e con flashback sulla sua giovinezza che ne mettono a nudo il carattere debole, la scarsa attitudine alle regole, l'alcolismo, la rapace ambizione, la gelosia nei confronti del fratello Jeb e l'eterno timore inconscio del giudizio paterno su quale tra i due fosse il figlio più meritevole ai suoi occhi. Rampollo un po' indolente e scapestrato di una dinastia di petrolieri  che hanno messo radici e trovato fortuna nel Texas, il giovane W. cresce all'ombra di un padre "perfetto" e ingombrante, un uomo di successo in tutto quello che fa: politico vincente, ambasciatore alle Nazioni Unite, capo supremo della CIA e poi Presidente degli Stati Uniti. Quasi come reazione estrema a tutto questo, con l'eterna rivalità da lui avvertita verso il più morigerato fratello Jeb, W. ne combina di ogni, prima di decidersi a mettere la testa a posto e darsi alla carriera politica: vita scolastica tormentata, abusi di alcool, comportamenti sopra le righe, tiratine di orecchie da parte della polizia e una ragazza messa incinta e poi mollata. Più appassionato di baseball che di politica, W. riesce a convincere gli americani di essere l'uomo giusto e viene eletto alla Casa Bianca dopo un sofferto testa a testa (con voci su presunti brogli in Florida) contro Al Gore, realizzando così la sua personale rivalsa edipica e prendendo il posto di quel genitore sempre temuto e idealizzato. Il climax dell'opera, in cui Stone affonda la lama fino all'elsa, ruota intorno ai fatti dell'11 settembre, all'incapacità di Bush di gestire una situazione più grande di lui che lo colse del tutto impreparato, al suo essere un imbambolato burattino nelle mani dell'abile e machiavellico vice Dick Cheney (il vero leader occulto dell'America di quegli anni) e, ovviamente, al discusso e discutibile intervento armato in Iraq e in Afghanistan per combattere il "terrore" e neutralizzare quelle fantomatiche armi di distruzione di massa che non verranno mai trovate. Il film si chiude mestamente e sarcasticamente sul tramonto politico di W. con la fine ingloriosa del suo secondo mandato, ancora più fallimentare del primo. Questo aspro biopic è il ritratto lucido e spietato di un mediocre che si è trovato a guidare il mondo occidentale per otto anni quasi "per caso", spinto dalla forza impellente dei suoi conflitti interiori di natura familiare, facendosi manipolare da Cheney, dimostrandosi spesso pomposo e inadatto, per poi impelagarsi in una guerra lunga, ingiusta, costosa (in termini di vite umane innanzi tutto), inutile e fortemente sospetta, e lasciando infine un paese infuocato da contrasti interni e da angosciante confusione. Questo efficace atto di accusa al potere era un'opera quasi inevitabile per un regista come Oliver Stone, totalmente nelle sue corde, fedele alla sua logica di polemico dissidente fuori dal coro e con cui l'autore si è tolto tutti i sassolini dalla scarpa nei confronti di un leader che ha sempre attaccato pubblicamente senza mezze misure. Un inquietante fatto di cronaca dimostra quanto il film abbia colpito nel segno: nel 2008 la pellicola doveva partecipare al Festival internazionale del cinema di Roma, ma venne "cancellato" perchè non gradito all'allora presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi (fedele alleato e attivo sostenitore di Bush junior). Ovviamente il direttore del Festival, Gian Luigi Rondi, smentì categoricamente questa notizia sostenendo che i problemi erano stati di natura organizzativa e non politica. Che ciascuno si faccia la propria opinione in merito, le fonti sono pubblicamente consultabili. Nel grande cast citiamo un magnifico Josh Brolin (Bush), un subdolo Richard Dreyfuss (Cheney) e poi a seguire Thandie Newton, Elizabeth Banks, James Cromwell, Scott Glenn, Ellen Burstyn e Jeffrey Wright. A prescindere dalle posizioni politiche è un film da vedere, anche solo per rinfrescare la memoria su quegli anni tragici e complessi. Perchè si sa che la Storia ha la memoria corta, purtroppo.
 
Voto:
voto: 3,5/5

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