martedì 12 ottobre 2021

Gangster Squad (2013) di Ruben Fleischer

Nella Los Angeles del 1949 il gangster Mickey Cohen è il boss indiscusso della malavita cittadina e il nemico pubblico numero uno, capace di costruire un impero del crimine fondato sulla violenza spietata, con l'aiuto di poliziotti, giudici e politicanti corrotti a suon di bustarelle. Nato a Brooklyn da una famiglia di ebrei ucraini, Cohen inizia come pugile e poi passa alla malavita, facendosi le ossa a Chicago all'ombra di Al Capone, prima di emigrare a Las Vegas, per poi mettere radici a Los Angeles, facendone la "capitale" della delinquenza organizzata dell'ovest degli Stati Uniti. Il capitano di polizia Bill Parker, uno dei pochi rimasti onesti nella LAPD, si affida al sergente John O'Mara, duro reduce di guerra incorruttibile e tenace, per formare una squadra speciale di uomini pronti a tutto per fermare Cohen con ogni mezzo. Sarà una lotta senza quartiere a colpi di mitra e di pistola, con i poliziotti che dovranno agire al di fuori delle regole, diventando ancora più spietati dai gangster per sperare di vincere la loro disperata battaglia contro un nemico che si crede invincibile. Questo noir poliziesco d'azione di Ruben Fleischer, liberamente ispirato (con molte licenze romanzate) alla vera storia di Mickey Cohen e degli uomini di legge che lo sfidarono usando i suoi stessi metodi, era uno dei film più attesi del 2012, poi rinviato all'anno successivo con il taglio di una cruenta scena di una strage commessa in un cinema, giudicata di "cattivo gusto" dopo i tragici fatti avvenuti alla prima de Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012) nella città di Aurora (Colorado), in cui persero la vita 12 persone per mano di un folle armato fino ai denti che si mise a sparare sulla folla. Le aspettative derivavano soprattutto dal cast stellare (Sean Penn, Josh Brolin, Ryan Gosling, Emma Stone, Nick Nolte, Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Mireille Enos) che faceva sperare in una versione moderna de Gli intoccabili (The Untouchables, 1987) di Brian De Palma, alla luce delle evidenti somiglianze nella trama. Invece è praticamente delittuoso anche solo pensare di evocare l'ottimo crime con Robert De Niro, Kevin Costner e Sean Connery, rispetto a questo film fiacco, smorto, convenzionale, scontato e privo di slanci creativi o di idee originali. Al netto di una confezione tecnica impeccabile e di ambientazioni fortemente suggestive, la pellicola si riduce ad uno stanco accumulo di luoghi comuni e di situazioni già viste, tra sparatorie, dialoghi risibili, locali fumosi, dark ladies sensuali, sbirri corrotti, sgherri brutali e personaggi monodimensionali, privi di spessore, che fanno esattamente ciò che ti aspetti. Senza palpiti, senza sorprese e senza scossoni, il film (fortunatamente non lungo) procede abulico sui binari di una incolore inerzia narrativa, a cui manca la capacità di orchestrare i suoi tanti solisti. La delusione maggiore è proprio Sean Penn, abbrutito dal trucco prostetico e quasi impalpabile nella sua caratterizzazione del villain protagonista. La più brava è la Enos, che interpreta la moglie tosta (e incinta) del sergente O'Mara, l'unica sopra la media in una squadra di attori decisamente sprecati. La lacunosa sceneggiatura di Will Beall ha utilizzato come fonte d'ispirazione il libro omonimo del giornalista Paul Lieberman, basato sulla ricostruzione degli eventi di cronaca reali. In un genere abusato, saccheggiato e con troppi capolavori del passato come quello gangster, questa pellicola fantasmatica è finita immediatamente in oblio.

Voto:
voto: 2,5/5

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