Francesco, giovane architetto romano stressato dal lavoro e da un matrimonio in crisi con Marta, che si trascina stancamente senza figli, parte per Istanbul dopo la notizia inaspettata che una zia materna, Anita, da poco deceduta e di cui non ricordava nemmeno l'esistenza, gli ha lasciato in eredità un vecchio hamam (un bagno turco). Giunto sul posto Francesco viene accolto con grande calore dalla famiglia di Osman, che gestiva l'hamam insieme alla zia, e scopre un mondo nuovo, esotico, affascinante, da cui si sente stranamente attratto. Durante il soggiorno scoprirà molte altre cose su sè stesso e sulle proprie reali inclinazioni, finendo per cambiare radicalmente. Questo dramma psico-sentimentale dalle sfumature sensuali è il primo lungometraggio di Ferzan Ozpetek, regista turco che vive in Italia dal 1976, dove si è laureato in Storia del Cinema all'università "La Sapienza" di Roma. E' un raffinato film di atmosfera dove l'ambientazione, evocativa e densa, conta quanto i personaggi, rappresentati con lucido approfondimento all'insegna di una fertile ambiguità. Per quanto sia evidente l'inesperienza del debuttante, che si rispecchia in un'opera interessante ma acerba, è già visibile, tra le righe, la naturale propensione del regista ad un cinema intimo e passionale, laico e liberale, interessato alle pieghe nascoste dell'animo umano in relazione ai sentimenti, all'amore, al sesso ed alla necessità di relazionarsi con il prossimo per esprimere appieno il proprio mondo emozionale. La tematica omosessuale, che è uno dei temi più cari all'autore, per motivi autobiografici, viene affrontata già in quest'opera prima, con garbo e con dolcezza, come metafora della scoperta di sè e dell'abbandono agli istinti, da contrapporre al conformismo sociale che spesso ci fa recitare un ruolo che non corrisponde al nostro vero io. Nel cast, che annovera
Alessandro Gassmann, Francesca d'Aloja, Carlo Cecchi, Halil Ergün e Mehmet Günsür, gli attori turchi sono più convincenti di quelli italiani. Belle musiche del duo Pivio e Aldo De Scalzi, noti anche come i Trancendental.
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