mercoledì 20 ottobre 2021

Perdiamoci di vista (1994) di Carlo Verdone

Gepy Fuxas, cinico conduttore televisivo divenuto famoso per un programma di "tv spazzatura" che specula morbosamente sul dolore della gente, durante una puntata in diretta della sua trasmissione viene messo in difficoltà dagli interventi di Arianna, una giovane ragazza paraplegica dalla lingua tagliente che lo ridicolizza con obiezioni pertinenti e ne provoca una patetica reazione inopportuna. Per le gravi parole di Gepy scoppia un polverone mediatico e l'uomo viene licenziato in tronco. Colto da crisi di coscienza Gepy inizia a frequentare la ragazza, entra in contatto con le difficoltà quotidiane dei disabili e si adopera per aiutarla a guarire portandola a consulto da un luminare della medicina che opera a Praga. Commedia amarognola di impegno sociale di Carlo Verdone, scritta dal regista romano insieme a Francesca Marciano, è un film incostante di lieve umorismo caricaturale che intende essere una satira di costume contro la così detta "tv del dolore", l'ipocrisia colletiva nei confronti dei disabili e l'inadeguatezza strutturale del nostro paese rispetto ai loro problemi. Ma i toni sono troppo superficiali e bonari per incidere realmente a livello caustico e l'abbondanza di stereotipi, sentimentalismi e moralismi della seconda parte lo rendono un vacuo predicozzo all'acqua di rose, più interessante per i personaggi che per il sottotesto critico. Carlo Verdone è, come al solito, di tranquillizzante simpatia e di navigato mestiere, Aldo Maccione tratteggia degnamente un miserabile impresario televisivo, autentico concentrato dei malcostumi nazionali, ma la lieta sorpresa è la spigliata Asia Argento, in una delle performance più convincenti della sua non eccelsa carriera di attrice. Premiata all'unanimità in tutti i principali premi cinematografici italiani dell'anno (David di Donatello, Ciak d'oro, Premio Flaiano), la bella Asia dà vita al personaggio più interessante della pellicola. Senza di lei il film sarebbe davvero squallido e del tutto inoffensivo.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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