Argentina, 1978, durante la dittatura militare. La giovanissima Maria è una maestra che insegna a leggere e scrivere ai poveri delle baraccopoli di Buenos Aires ed è attivamente impegnata contro il regime al potere tramite un'associazione di dissidenti per cui simpatizza. Un giorno viene prelevata dai poliziotti e rinchiusa nel Garage Olimpo, una prigione sotterranea dove i prigionieri politici vengono interrogati e torturati. Quando Maria scopre che uno dei suoi aguzzini è Felix, un ragazzo da sempre innamorato di lei, spera di riuscire a salvarsi. Agghiacciante dramma storico dell'italo-argentino Marco Bechis sulla tragedia dei desaparecidos, il cui numero reale non è mai stato accertato con esattezza, ma, secondo stime attendibili, furono almeno 30mila le persone uccise dalla terribile dittatura argentina, i cui corpi, nella maggior parte dei casi gettati ancora vivi nell'Oceano Atlantico da elicotteri in volo, non furono mai ritrovati. E' un film cupo, intenso, importante e doloroso, che affronta una materia terribile con estrema lucidità, vigorosa indignazione ed ammirevole distacco, senza enfasi, compiacimenti morbose e spettacolarizzazioni della violenza, ma con pudica sobrietà espressiva che punta sulla tensione psicologica e sceglie, saggiamente, di lasciare sempre fuori fuoco le sequenze di brutalità esplicita. Il regista, autore anche della sceneggiatura insieme a Lara Fremder, è stato lui stesso rapito e seviziato dalla polizia militare argentina durante la repressione, ma riuscì a salvarsi grazie al doppio passaporto italiano e se la cavò con l'espulsione dal paese sud americano. Raffreddando i toni e mostrando dall'interno la crudele banalità del male attraverso i gesti quotidiani dei torturatori, Bechis effettua una secca operazione di denuncia di grande impatto, che risveglia la memoria, scuote le coscienze e non ammette repliche. Lo stile asciutto denota una pietosa sensibilità, oltre che una grande competenza cinematografica ed un senso non banale della visione, alternando momenti di scarno realismo in cui la macchina da presa pedina i personaggi, dando vita ad un'opera fisica, basata sui corpi, ad una serie di riprese aeree di Buenos Aires, che dall'alto appare come una città splendida, tranquilla, accogliente, quasi ignara dell'orrore che avviene ogni giorno nell'oscurità dei suoi sotterranei. E' un film dalla parte delle vittime e dedicato alle vittime, che può essere tranquillamente letto come un atto di denuncia universale delle violenze commesse dall'uomo ai danni di altri uomini, in nome di distorti ideali di potere e di sopraffazione, siano essi politici, bellici, razziali o religiosi. Ottime interpretazioni degli attori principali (Antonella Costa, Carlos Echevarría, Enrique Piñeyro, Pablo Razuk), a cui si affiancano anche due attrici europee come Dominique Sanda e Chiara Caselli. Dopo la fine della dittatura argentina gli storici hanno rivelato che, tra il 1976 e il 1982, nella sola capitale Buenos Aires, i centri di tortura come il Garage Olimpo erano almeno 365.
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