Brooklyn (NY), anni ’50. Harold Angel è
un detective disilluso che viene ingaggiato da un enigmatico personaggio, tale
Louis Cyphre, per cercare una persona scomparsa con cui il committente ha un vecchio
debito. La persona è Johnny Favourite, ex cantante, incallito donnaiolo,
svanito nel nulla da molti anni dopo un’amnesia provocata da un incidente di
guerra. Le indagini sulla vita di Favourite porteranno Angel su una strada
pericolosa: tra donne misteriose, riti vudù e satanismo, conducendolo fin nella
lontana Louisiana, nel tentativo di ricomporre il mosaico dell’oscuro passato
del cantante scomparso. Ma qui lo attenderanno orribili delitti, una lunga scia
di sangue e una terribile verità. Horror atipico, fortemente contaminato da
altri generi, molto curato a livello visivo, con una messa in scena inquietante
e rigorosa in tutti i particolari: ambientazioni, scenografie, giochi di luce,
dettagli di arredi, uso dei flashback e dei campi lunghi. Esteticamente
sontuoso nella sua decadenza barocca, con una fotografia dai toni opachi ed un
sapiente utilizzo delle luci nel disegno di atmosfere lugubri, è un oscuro
intreccio di situazioni sordide, di sequenze macabre e di violenza efferata, avvolta
in un costante alone di mistero. La contaminazione sopra accennata si esplica
attraverso i richiami ai diversi generi identificabili nella pellicola:
l’horror, per la presenza della magia nera e del satanismo, con evidenti
influenze faustiane. Il thriller, per la catena di brutali omicidi, il gore e la suspense sempre incombente. Il
noir, quello “hard boiled” di Hammett e Chandler, omaggiato specialmente nella
prima parte, con il detective privato ambiguo, scalcinato e privo di ideali, la
sigaretta sempre tra le labbra, la telefonata del cliente che significa “guai
in vista” e l’indagine che si svolge “ai margini”, sia per i metodi utilizzati
che per le cose scoperte. E infine il mistery,
per la ricerca della persona scomparsa, il fantomatico Johnny Favourite, autentico
filo conduttore di tutta l’intricata vicenda. Pervaso da un erotismo strisciante
e da una malia sordida, che trova pieno compimento nel finale a sorpresa
(invero non imprevedibile per il pubblico più scafato), perde spesso il senso
della misura, e il filo del discorso, attraverso artificiose contorsioni
narrative, forzature psicologiche e ridondanti eccessi grafici (i disturbanti
sogni di Angel sono tra questi). Ci sono però due sequenze memorabili: il primo
incontro, sul tram, tra Angel e Margaret, con la donna costantemente voltata di
spalle, ed il furioso rapporto sessuale nel prefinale, rappresentato con il
tormento visivo di un peccato imperdonabile. Del notevole cast segnaliamo Mickey
Rourke, Robert De Niro, Charlotte Rampling e Lisa Bonet. Consigliato agli
amanti degli horror “sulfurei” o ai patiti del colpo di scena finale.
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