mercoledì 20 aprile 2016

La bisbetica domata (The Taming of the Shrew, 1967) di Franco Zeffirelli

Dall’omonima commedia di William Shakespeare: nella Padova del XVI secolo la bella Caterina ha un carattere terribile che fa scappare ogni possibile spasimante e il padre, ricco mercante, è disperato perché non riesce a trovarle un marito. Alla fine sarà il seduttore Petruccio, incoraggiato dalla cospicua dote, a farla capitolare, ma il loro rapporto sarà passionale e tempestoso. Il secondo film di Franco Zeffirelli è anche uno dei suoi migliori: sapiente adattamento del celebre classico shakespeariano, di cui conserva l’energia frenetica e l’esuberanza dei dialoghi, accostandovi una sontuosa eleganza formale, una puntigliosa ricostruzione d’epoca e due protagonisti di assoluto carisma e di notevole presenza scenica, la celebre coppia di divi Elizabeth Taylor e Richard Burton (legati da una famosa relazione tumultuosa anche nella vita reale), che, secondo i maliziosi dell’epoca, più che recitare portarono in scena sé stessi. Inizialmente il regista toscano aveva scelto Sophia Loren e Marcello Mastroianni come Caterina e Petruccio, ma poi fu decisiva la partecipazione delle due star hollywoodiane alla coproduzione del film, a cui la loro presenza garantì un enorme risalto internazionale. Le celebri scaramucce amorose tra Caterina e Petruccio sono portate sullo schermo dalla Taylor e Burton con tale credibile passione da far pensare ad un fondo di verità, al di là dell’indubbio talento dei due grandi interpreti, che fanno a gara tra chi sia più bravo. Il loro scontro amoroso trascina briosamente quest’agile commedia brillante, ricca di esilaranti momenti comici ma un po’ debole nel finale zuccheroso che indulge nel sentimentalismo. Il gallese Burton, appassionato lettore di Shakespeare, dotato di indubbie doti teatrali e da molti indicato come erede naturale di Laurence Olivier, si dimostra perfettamente a suo agio nell’interpretare un testo del bardo, facendo anche sfoggio di una splendida dizione british di cui si potrà godere guardando il film in lingua originale. Ma la vera piacevole sorpresa è la Taylor, al suo esordio shakespeariano, che, oltre al potente fascino e alla magnetica bellezza per cui era già nota, dimostra di possedere una pungente ironia che conferisce al suo personaggio un’adorabile integrità.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento