lunedì 11 aprile 2016

Medea (Medea, 1969) di Pier Paolo Pasolini

L’eroe Giasone sbarca nella Colchide insieme agli Argonauti alla ricerca del mitico Vello d’Oro. Riuscirà nell’impresa grazie alla regina barbara Medea, che lo aiuta con i suoi poteri magici e le sue visioni. Innamoratasi dell’uomo, Medea lo segue al suo ritorno a Corinto, dove i due concepiranno due figli. Ma Giasone intende lasciarla per sposare Glauce, provocando la folle ira della donna, accecata dalla gelosia. La vendetta di Medea sarà terribile. Dopo il buon esito di Edipo Re, Pasolini torna ad adattare una grande tragedia classica (stavolta di Euripide), per utilizzare l’antico mito come metafora della realtà contemporanea. L’intento del regista è quello di raccontare il passaggio dal mondo antico (religioso, spirituale e ancestrale) a quello moderno (laico, materiale e sviluppato) attraverso un impasto di innocenza e crudeltà, barbaro e sublime, filosofia e melodramma. Il suo chiaro proposito è sancire la superiorità indubbia dell’antico rispetto al moderno, auspicandone un nostalgico ritorno, in accordo alla sua utopia anticapitalistica. Non tutto funziona e se, da un lato, il film è di grande fascino figurativo, eccellente nella composizione delle immagini, nel cromatismo espressivo e nei suoi reali scenari esotici (fu girato quasi interamente in Siria e in Turchia, mentre la piazza di Corinto fu “riscostruita” a Pisa), dall’altro risulta un po’ debole nelle sue contaminazioni, eccessivo nella visualizzazione dei sogni di Medea e squilibrato nella sua oscillazione tra mito e ideologia. Vi sono momenti di alto lirismo alternati a passaggi didascalici che ne appesantiscono la fruizione, rendendolo un affresco potente ma irrisolto, a tratti ermetico, in bilico tra antropologia, psicanalisi e politica. La verosimiglianza delle sue sequenze è assoluta, ma il manierismo dottrinario dell’autore lo carica di eccessive ampollosità e di un radicalismo metaforico a volte forzato. Nel cast svetta Maria Callas, interprete d’eccezione per una Medea lirica e tormentata.

Voto:
voto: 3,5/5

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