martedì 19 aprile 2016

Qualcuno sta per morire (One False Move, 1992) di Carl Franklin

Due spietati criminali, Ray e "Pluto", compiono una strage a Los Angeles per impossessarsi di un carico di droga. Insieme a loro c'è la ragazza di Ray, una bella donna di colore che si fa chiamare "Fantasia". In fuga verso il loro paese di origine in Arkansas, troveranno ad aspettarli lo sceriffo di Star City, Dale Dixon detto "Hurricane", il quale scoprirà, con sommo stupore, che "Fantasia" è una sua vecchia fiamma, non ancora dimenticata. Thriller adrenalinico e violento, girato con stile asciutto e ritmo teso, che evita gli stereotipi e si concentra sui personaggi, truci balordi senza possibilità di redenzione (figli di un profondo disagio esistenziale) sulle strade di un’America provinciale e insanguinata. La tagliente miscela di tensione si accumula abilmente per tutta la durata della pellicola, per liberarsi, esplosiva e feroce, nelle due estremità: il prologo e l’epilogo, in cui la violenza è esplicitata con brutale realismo. La verosimiglianza delle ambientazioni, i dialoghi incisivi, le situazioni sordide, l'incisiva sobrietà della sceneggiatura, la notevole caratterizzazione dei protagonisti e la bella colonna sonora straniante ne fanno un noiron the road” intenso e particolare, dal finale spiazzante, nettamente sopra la media del suo genere.  La miscela tra poliziesco e melodramma è realizzata con densa lucidità, senza eccessi o forzature stonate. Il cast, che annovera Bill Paxton, Cynda Williams, Billy Bob Thornton e Michael Beach, appare ispirato e in gran forma. Il film era destinato direttamente al mercato home video e uscì nelle sale americane in pochissime copie, ma il passaparola positivo e gli inattesi apprezzamenti della critica convinsero a distribuirlo su larga scala. In Italia è quasi sconosciuto anche se il tempo (che è sempre galantuomo) gli ha donato il giusto status di cult presso gli appassionati del cinema indipendente americano, di cui Thornton (che lo ha anche scritto insieme a Tom Epperson) è una delle icone più fulgide. E’ il miglior film di Carl Franklin, onesto "artigiano" afroamericano cresciuto alla corte di Roger Corman. Da riscoprire.

Voto:
voto: 4/5

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