Stanley
White, pluridecorato ispettore della polizia newyorkese e reduce dal Vietnam,
viene trasferito nel turbolento quartiere di Chinatown. Con il suo idealismo
intollerante infrange presto il silente patto di non belligeranza con i vecchi
boss della mala cinese e ingaggia una guerra personale contro lo spietato Joey
Tai, giovane criminale ambizioso e famelico che sta scalando rapidamente le
gerarchie del crimine per unire la famigerata “Triade” sotto il suo comando. Al
fianco di White ci sarà un’avvenente reporter asiatica ma il prezzo da pagare
sarà molto alto. Il ritorno al cinema di Michael Cimino, voluto da Dino De
Laurentiis dopo il clamoroso flop de I
cancelli del cielo che causò il fallimento finanziario della United
Artists, è un cupo thriller poliziesco di strada, violento e teso, che affronta
temi scottanti come il razzismo e il traffico di droga nelle metropoli
occidentali. L’estro visionario del regista trova il suo tripudio nella feroce
brutalità iperrealista, nelle sequenze esagitate dei duelli all’ultimo sangue,
nell’isteria estetica che oscilla tra le torbide passioni che travolgono i
protagonisti e l’efferata veemenza delle uccisioni. Avvincente e ricco di
patos, eccessivo e frenetico, pregno di fosche atmosfere mortuarie, vale
soprattutto come truce affresco criminale di potente malia oscura e con
distorsioni fantastiche, che spinge il noir
verso i territori del western. Scritto dal regista insieme a Oliver Stone e
tratto da un romanzo di Robert Daley, è uno dei migliori polizieschi americani
degli anni ’80, che si avvale delle ottime interpretazioni di un cast in gran
forma, in cui svettano i due contendenti principali Mickey Rourke (intenso e
credibile nei panni del tormentato Stanley White) e John Lone (che due anni
dopo sarà l’ultimo imperatore cinese per Bertolucci). La tragica sequenza che
coinvolge la moglie di White è un memorabile momento di grande cinema, duro e
puro. Tra le tante suggestioni di un manierista geniale e forsennato come Cimino,
ritorna anche il Vietnam, che qui incombe come un’ombra lontana sul doloroso
passato del protagonista.
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