giovedì 21 aprile 2016

Polvere di stelle (Polvere di stelle, 1973) di Alberto Sordi

Una sgangherata compagnia ambulante d’avanspettacolo, guidata dai capocomici Mimmo Adami e Dea Dani, sposati e privi di talento, cerca di tirare avanti, tra sogni e delusioni, nel periodo della seconda guerra mondiale. Approfittando dell’euforia post caduta del fascismo e della mancanza di concorrenza, i nostri riescono ad ottenere uno strepitoso successo al Teatro Petruzzelli di Bari. Ma la gloria sarà effimera e, passato il momento propizio, torneranno mestamente alla loro squallida dimensione di guitti depressi e pieni di rimpianti. Commedia nostalgica diretta e interpretata da Sordi (che l’ha anche scritta insieme a Ruggero Maccari e Bernardino Zapponi), che intende essere una malinconica rievocazione dei vecchi miti dell’avanspettacolo e della rivista, che qui vengono compiutamente omaggiati grazie alla presenza nel cast di due icone popolari come Wanda Osiris e Carlo Dapporto, nel ruolo di sé stessi. Il trascinante brio e l’energico affiatamento dei due interpreti principali (Alberto Sordi e Monica Vitti) riesce a riscattare solo in parte una pellicola confusa e fracassona, a tratti parecchio divertente ma anche eccessiva, volgare e pervasa dal medesimo senso di maldestra improvvisazione che accompagna la compagnia nella finzione scenica. Ambizioso e svenevole, prolisso e caciarone, vale più come mesto affresco d’epoca che come reale opera artistica. I due mattatori della nostra commedia (la Vitti e Sordi) si contengono l’un l’altro per non essere sopraffatti e riescono così a limare il proprio naturale istrionismo, offrendoci due interpretazioni misurate ed efficaci. Del film si ricorda principalmente la celebre canzone goliardica (scritta dal solito “Albertone” nazionale) “Ma ‘ndo Hawaii”, che fa da motivo d’apertura degli spettacoli e che è rimasta in un certo immaginario popolare, indissolubilmente legato alla figura di Alberto Sordi.

Voto:
voto: 3/5

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