giovedì 7 aprile 2016

Sydney (Sydney, 1996) di Paul Thomas Anderson

Sydney è un vecchio giocatore d’azzardo che prende sotto la sua ala protettrice il giovane John, conosciuto per caso in una tavola calda e con evidenti problemi d’indigenza. Sydney lo porta con sé a Las Vegas e gli insegna i trucchi del mestiere. John impara in fretta e, nel giro di due anni, diventa un vero professionista dell’azzardo, capace di campare grazie ai tavoli da gioco. Nel rapporto tra i due uomini si inseriscono un imbroglione ricattatore, Jimmy, e una cameriera che occasionalmente si prostituisce, Clementine, di cui John s’innamora. Iniziano presto i conflitti e le conseguenze saranno tragiche. Esordio cinematografico del talentuoso P.T. Anderson con questo film a basso costo, un thriller drammatico sul mondo del gioco d’azzardo che deve molto ai miti cinematografici dell’autore: da Altman a Scorsese, passando per il noir anni ’70. Pur essendo un’opera grezza e seminale, già s’intravedono i pregi del regista: sceneggiatura calibrata, fosco disegno psicologico dei personaggi, atmosfere sordide, regia classica, buona attitudine nella direzione di un cast corale, in cui possiamo già trovare quelli che poi saranno i “suoi” attori: Philip Baker Hall, John C. Reilly e Philip Seymour Hoffman, con l’aggiunta di Gwyneth Paltrow e Samuel L. Jackson. Orientato verso un ambiguo minimalismo, il film procede tra alti e bassi, trovando i suoi momenti migliori nella parte iniziale e nel duro finale, che intende dimostrare come ogni uomo nasconda i suoi lati oscuri. Sydney è un thriller indipendente che non ammicca al glamour dei noir “tarantiniani” o all’azione dei film hollywoodiani, ma cerca una dimensione propria, più ostica e pacata, mettendo i personaggi al centro dell’attenzione. E’ un film sui sensi di colpa, ancora acerbo ma non privo di spunti interessanti e di ammalianti suggestioni. Philip Baker Hall domina la scena con il suo carisma e il suo sguardo sornione, tratteggiando un protagonista denso di sfumature ambigue. Presentato al 49° Festival del Cinema di Cannes passò quasi in sordina, salvo essere poi rivalutato dopo il successo ottenuto dall’autore con i film successivi.

Voto:
voto: 3,5/5

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