A Parigi, durante la frenetica settimana
del Prêt-à-Porter, arrivano addetti ai lavori, giornalisti, turisti o semplici
curiosi occasionali da ogni parte del mondo. Sullo sfondo di un evento tragico,
la morte del grande capo del Consiglio della Moda, Olivier De La Fontaine, strozzato da un
panino al prosciutto, si avvia un’inchiesta giudiziaria (con la moglie prima
sospettata) e s’intersecano le storie di molti personaggi. Tra questi una
reporter in carriera, un fotografo impiccione, due giornalisti che fingono di
partecipare all’evento ma passano il tempo chiusi in camera ad amoreggiare, un
sarto che cerca di riallacciare i rapporti con la vedova De La Fontaine, di cui un tempo
era stato amante, due sbirri imbranati, uno stilista che dirige modelle tutte
di colore o la bizzarra Simone Lowenthal, a capo di un noto marchio di moda che
sarà venduto su due piedi dal figlio a un industriale texano. Ma nonostante
tutto lo spettacolo deve continuare. Commedia “leggera” e “modaiola” (nel tono
e nel tema) di Altman che, dopo aver rivolto il suo sguardo sulfureo al mondo
del cinema nel graffiante capolavoro I
protagonisti, sembra voler ripetere l’esperimento con il mondo della
moda, da cui è affascinato pur essendone un profano. Il risultato è un film
brioso ed elegante ma poco incisivo, ironico più che caustico, nostalgico più
che lucido. Alla sua uscita fu un flop clamoroso, odiato dai critici e
bistrattato dagli esponenti del settore che si dissero offesi da un ritratto
superficiale e sgradevole che ne espose, a dir loro, solo l’aspetto commerciale,
ignorandone quello artistico. In parte è vero ma il grande regista americano forse
intendeva proprio far questo: un affresco patinato e bonario sul nulla, ovvero
su un mondo fasullo costruito interamente sull’apparire, sull’ostentare, sulla
stimolazione voyeuristica dei sensi attraverso l’esibizione spudorata della
bellezza. Non tutto funziona a dovere in quest’opera corale, ricca ma
ridondante, a volte confusa nel suo esagitato proliferare di vicende e di
personaggi: stavolta sono 31 e non tutti ugualmente riusciti o necessari. Quello
che realmente manca a questo mirabolante circo delle illusioni è la perfida critica
urticante del suo autore, stavolta riservata solo ai personaggi del mondo dei
mass media. Nell’imponente cast citiamo Jean-Pierre Cassel, Kim Basinger,
Stephen Rea, Anouk Aimée, Rupert Everett, Forest Whitaker, Julia Roberts, Tim
Robbins, Lauren Bacall ed i nostri “mostri sacri” Marcello Mastroianni e Sophia
Loren, che rifanno la celebre scena dello spogliarello di Ieri, oggi, domani. La sequenza finale della surreale sfilata di
modelle nude è, probabilmente, la più riuscita di un film che non morde, ma
intrattiene con gusto spumeggiante. Un Altman a giri ridotti ma pur sempre un
Altman, e scusate se è poco.
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