Prima
di entrare nell’Aldilà i trapassati si trovano in una sorta di limbo sospeso,
dove stazionano finché sulla terra c’è qualcuno che li ricorda. Tra loro vi
sono defunti recenti e secolari, poveri e ricchi, umili e potenti, poeti e
imbroglioni, attori e belle donne, con il losco Domenico, guardiano del
cimitero, a fare da intermezzo terreno alle loro storie. Bizzarra commedia
romanesca di Sergio Citti sospesa tra il macabro e il poetico, il trucido e il
filosofico, l’umoristico e il drammatico. Ora greve ora geniale, è un
irresistibile compendio di storie grottesche sotto forma di surreale farsa di
costume, tenute insieme dal “mattatore” Vittorio Gassman, istrione impenitente
all’apice del suo cinismo goliardico, nel ruolo del custode cimiteriale
Domenico. Leggenda vuole che l’idea e il titolo del film siano stati suggeriti
a Citti dal suo maestro Pasolini, sulle cui orme il capace regista “borgataro”
si è sempre mosso. Per alcuni il film è una malsana rapsodia un po’ noiosa di
situazioni grevi, per altri è una fantasmagorica opera di culto di impudente
vivacità. Per il sottoscritto è una gradevole commedia delirante piena di
momenti ben riusciti, sicuramente squilibrata e disomogenea, ma ampiamente
riscattata dalle sue punte di pungente umorismo nero. Il cast, oltre al giù
citato Gassman, è indubbiamente sontuoso per un prodotto di questo tipo: Malcolm
McDowell, Carol Alt, Mariangela Melato, Sergio Rubini, Aldo Giuffré, Galeazzo
Benti. Consigliato agli amanti del cinema italiano “underground” (che
probabilmente lo conoscono già a memoria).
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento