David Locke, giornalista televisivo di
grande successo, viene inviato in nord Africa per un servizio sulla guerriglia
locale. Profondamente annoiato dalla sua vita, ha l’occasione di cambiarla all’improvviso
con un colpo di mano. Durante il suo viaggio nel Sahara egli s’imbatte nel
cadavere di un uomo che gli somiglia molto, morto d’infarto in un piccolo
albergo, e decide di inscenare la sua finta morte per assumerne l’identità. Per
Locke, divenuto David Robertson, inizia di colpo un’esistenza nuova, stimolante
e avventurosa. Ma il nostro non può sapere di aver scelto l’uomo sbagliato per
ricominciare daccapo. Dramma esistenziale dai risvolti thriller in cui lo
stile, le atmosfere e il fascino visivo contano più della storia e dei
personaggi. Il grande regista ferrarese mette in scena, ancora una volta, il
vuoto, il nulla, il male di vivere che sempre attanaglia i suoi personaggi,
borghesi di successo, e li rende fantasmi inerti di un mondo sofferente. Il
risultato è un ipnotico film intimista d’avventura dai risvolti pirandelliani,
con evidenti riferimenti autobiografici, non privi di autocritica, e denso
di contrasti stranianti, come gli accostamenti scenografici tra un’Africa
multicolore e le bizzarre architetture di Gaudì nelle scene a Barcellona.
L’autore utilizza una messa in scena astratta, reticente, allusiva,
un’essenzialità rigorosa e “nuda”, fondata sull’assenza più che sulla presenza,
che sembra rinnegare l’impianto narrativo romanzesco del classico scambio di
persona. Il simbolismo più pregnante dell’opera è il deserto sahariano, che
viene idealmente sovrapposto a quello interiore di Locke, e la sua doppia vita
diventa l’emblema di un inestirpabile tormento interiore, che Antonioni estende
all’intero mondo occidentale. Nel buon cast internazionale segnaliamo Jack
Nicholson e Maria Schneider, entrambi calati con sensibile dedizione nei
rispettivi ruoli. Splendida e famosa la lunga sequenza finale con un piano
sequenza di sette minuti, in cui il virtuosismo tecnico del regista si esalta
in tutta la sua originalità espressiva.
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