Due
ragazze, Corky e Violet, scoprono di provare un’attrazione reciproca e intrecciano
una passionale relazione saffica. La prima è una ladra appena uscita dal carcere
che tira a campare facendo lavoretti idraulici, la seconda è la pupa remissiva
di Ceasar,
un criminale di mezza tacca che ricicla denaro sporco per la mafia. Le due
donne decidono di appropriarsi di una valigetta con due milioni di dollari che Ceasar
deve consegnare al suo boss, ma i colpi di scena sono dietro l’angolo. L’esordio
cinematografico dei Wachowski Brothers è un noir
lesbico, bugiardo e pruriginoso, che poi si trasforma in un thriller
“da camera” di greve sensazionalismo. Bugiardo perché le due presunte dark ladies (che già portano i segni di
quell’estetica patinata cyber punk
tanto cara ai due registi) non sono poi così dark come le ammiccanti premesse vorrebbero far credere.
Pruriginoso perché la relazione saffica è un mero pretesto per esibire un
erotismo voyeuristico di grana grossa dal look pubblicitario, volto ad
accalappiare il pubblico nella maniera più semplice. Le cose più interessanti
di questo film approssimativo, che vive di sensazioni forti e di colpi bassi,
sono i toni impliciti di umorismo nero che, a tratti, ne mitigano gli eccessi e
che trovano risalto nel finale spiazzante, da leggere come uno sberleffo. Nel
cast segnaliamo Jennifer Tilly, Gina Gershon (al limite del ridicolo nei panni
del “maschiaccio” idraulico) e Joe Pantoliano. Nonostante i suoi limiti il film
riscosse un certo successo negli ambienti hollywoodiani e spianò la strada ai
due fratelli (che di certo non difettano di mestiere) nella successiva produzione
del loro più grande successo: Matrix.
Voto:
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