In un moderno edificio di Amsterdam
avvengono misteriose morti in seguito al cattivo funzionamento di un ascensore.
Le indagini archiviano il caso come tragiche fatalità ma il tecnico Felix non
si convince ed inizia a indagare, con l’aiuto di una giornalista, sull’azienda
che ha costruito il sistema computerizzato che regola le funzioni
dell’ascensore. Scoprirà un orribile verità. Horror olandese a basso costo
diventato di culto negli anni ’80 per la sua interessante combinazione di
suspense ben costruita, omicidi spettacolari e spruzzi di critica sociale (di
grana grossa) sull’eterno conflitto tra uomo e macchina, con evidente attacco
all’abuso di strumenti tecnologici. Pur nei limiti di un prodotto di genere
fortemente aderente ai codici specifici, garantisce un discreto intrattenimento
per le ambientazioni singolari e per l’originalità della sfida tra il testardo
tecnico e la diabolica ascensore, specialmente nella parte finale in cui, a
patto di spegnere il cervello e di sorvolare sulle tante esagerazioni
inverosimili, ci viene regalato più di un brivido. Alternando qualche buona
trovata a momenti ora ingenui ora fracassoni, appartiene a quel filone di
horror stravaganti che restano in un certo immaginario di nicchia e la cui
visione era pressoché obbligata nei suoi passaggi notturni sulle vecchie "tv
libere". E' un'opera figlia del suo tempo, per incalliti nostalgici dei vecchi spaventi artigianali. Nel 2001 lo stesso regista Dick Maas ne ha realizzato un remake americano, Down - Discesa infernale (Down), distribuito nei paesi anglofoni anche come The Shaft, con James Marshall e Naomi Watts ed ambientato a New York City. Questo remake, ben più scialbo dell'originale e infarcito di spruzzi di ironia grottesca, contiene dei dialoghi tristemente "profetici" in merito all'imminente attentato alle Torri Gemelle compiuto dai terroristi di Al Qaida l'11 settembre dello stesso anno.
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