martedì 12 aprile 2016

I compari (McCabe & Mrs. Miller, 1971) di Robert Altman

Agli inizi del ‘900 l’avventuriero John McCabe arriva nella piccola cittadina di Presbyterian Church per aprire una bisca. Si allea con la bella prostituta Constance Miller, con cui avvia la fortunata gestione di una casa d’appuntamento. Quando una compagnia mineraria del luogo esercita il suo potere economico per farla demolire, i due danno inizio a una dura lotta per difendere la propria attività. Grande western revisionista di Altman, che rilegge cinicamente il mito della vecchia frontiera spogliandolo dell’alone romantico dei classici del genere e rimpiazzandolo con un realismo “miserabile” pressoché originale, sul filo sottile tra tradizione e innovazione. Il primo elemento di novità è dato dalla scelta del regista di girare il film in Canada, con conseguenti ambientazioni piovose e innevate, atipiche per il western americano di quel periodo. Poi la minuziosa cura dei dettagli e la sontuosa ricostruzione d’epoca, con l’attenzione posta a una miriade di particolari solitamente ignorati dall’iconografia western. E ancora il lavoro fatto sul protagonista McCabe, inizialmente accompagnato dalla fama di duro ma poi gradualmente mortificato come patetico millantatore, è l’emblema pregnante dell’approccio di rottura del grande regista, che ribalta la prospettiva dell’eroe fordiano con la sua perfida azione iconoclasta. E infine il quadro impietoso di assoluto degrado e di degenerazione morale che ci viene offerto della piccola e ricca cittadina di frontiera, un ambiente sordido e decadente lontanissimo dalle visioni edulcorate dei primi western eroici e manichei. La profondità di analisi dei personaggi, l’ambiguità tematica, la violenza brutale, l’asprezza della messa in scena, danno vita ad uno straordinario apologo sulla morte e sulla ferocia del capitalismo, nonché uno dei migliori western americani del secondo periodo. I compari è l’essenza impura e beffarda del genere western, una sorta di crepuscolare commiato dai suoi stereotipi mitologici. E’ l’abiura alla sua iconografia romantica sacrificata sull’altare della cruda parabola morale. Memorabile la lunga sequenza finale, intensa e crudele, limpida metafora sulla perdita dell’innocenza di una nazione. Splendida colonna sonora di Leonard Cohen e meritata candidatura all’ Oscar per Julie Christie, come miglior attrice non protagonista. Il cast è completato da Warren Beatty, che visse un rapporto tormentato con l’esigente regista, William Devane e Rene Auberjonois. Il titolo italiano banalizza il senso dell’originale, in cui la “&” vuole esplicitare la tipologia di collaborazione commerciale tra i due protagonisti. Il film è tratto dal romanzo “McCabe” di Edmund Naughton. Da non perdere.

Voto:
voto: 4,5/5

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