Henry è un giovanotto
impacciato che vive in una strana città, tetra e fumosa, e scopre che la sua
ragazza, Mary, che soffre di epilessia, aspetta un figlio da lui. Mary darà
alla luce un essere deforme, un feto che ricorda in parte un rettile e in parte
un coniglio, che poi abbandonerà lasciando Henry da solo con il mostruoso
nascituro ed una serie di incubi agghiaccianti che attanagliano la sua mente e
si confondono con la realtà. Il primo lungometraggio di David Lynch è un’opera
seminale e, a suo modo, capitale perché contiene già tutti gli elementi che poi
renderanno famoso il grande Maestro del Montana. Film di culto e pietra miliare
della cinematografia underground, è,
probabilmente, il più famoso ed il migliore esponente della filmografia
“weird”. La sua lavorazione fu lunga e travagliata e si protrasse, in modo non
continuativo, per quasi cinque anni a causa di problemi produttivi e
finanziari. Impaginato in un bianco e nero magnifico che
guarda al cinema espressionista, è un horror allucinato di forte valenza
simbolica e di maestosa suggestione, che utilizza immagini e situazioni disturbanti
per immergerci in mondo d’incubo, un viaggio astratto nell’inconscio che genera
mostri. Probabilmente influenzato dal manifesto storico del surrealismo di
Buñuel (Un Chien Andalou), lo
rinvigorisce con nuova potenza onirica e rinnovato estro figurativo
che può risultare ostico, sgradevole, incomprensibile ma di cui
non si può negare il genio visionario. Molti si sono a lungo interrogati sul
significato recondito dell’opera: chi ci ha visto una metafora orripilante
della fecondazione, chi una patologica ossessione sulla paternità, come fattore limitante della propria libertà
espressiva e chi, invece, una paura compulsiva della sterilità. Lynch, che
ha sempre negato ogni riferimento
intenzionale a Buñuel, non si è mai espresso in merito ma si è limitato
a definire la pellicola come "un sogno di cose oscure e inquietanti",
preferendo che fosse il singolo spettatore ad interpretarlo in base alla sua
capacità emotiva e percettiva. Va anche detto che il film possiede una
struttura abbastanza “lineare” e non scardina mai completamente il rapporto di
empatia con lo spettatore, garantendo, quindi, un margine di fruibilità
tollerabile anche per un pubblico mainstream.
Al di là di ogni disquisizione o gusto personale, quello che è certo è che
raramente si è assistito ad un esordio cinematografico tanto potente, tanto
straordinario e tanto inquietante. Secondo
la leggenda questa era una delle pellicole preferite di Stanley Kubrick che il
grande regista mostrava agli attori sul set di Shining
per calarli nella giusta atmosfera horror. Lynch non ha mai voluto svelare come
ha ottenuto il realistico effetto del bambino mutante; quello che è certo è che
il risultato è orripilante, oggi come allora.
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