Jean è un disertore dell’esercito
coloniale francese che sbarca a Le Havre, in attesa di lasciare il paese. In un
bar del porto incontra la bella Nelly, ragazza fragile in balia di un losco
tutore, Zabel, che lei sospetta essere l’assassino del suo fidanzato. L’attrazione
tra i due è irresistibile e Jean, che sogna di fuggire in Venezuela con Nelly
per rifarsi una vita, si offre per uccidere Zabel e liberare la ragazza. Finale
tragico. Memorabile film nero di Marcel Carné, tratto dal romanzo omonimo di
Pierre Mac Orlan, adattato per il cinema da Jacques Prévert, autore della
sceneggiatura. E’ stato uno dei primi, e dei più importanti, noir francesi, che
ha sicuramente influenzato, dal punto di vista estetico, l’imminente e più
famoso noir americano degli anni ’40. Interamente costruito sulle atmosfere
rarefatte di ammaliante suggestione, è una mesta sinfonia antirealistica di
sapiente costruzione intellettuale e possente apparato simbolico, che mira al
poetico, innescando il tragico. L’intero impianto scenografico dell’opera, che
evoca un mondo immobile e sospeso, in attesa di eventi ineluttabili, è una
gigantesca allegoria di qualcosa: la nebbia, protagonista assoluta nella sua
connotazione sinistra e opprimente, rappresenta il destino in agguato, il
pericolo incombente, che confonde le azioni dei personaggi con la sua
“presenza” impalpabile ma costante, una spada di Damocle sull’animo umano. I
luoghi degradati, le case fatiscenti, il lezzo, quasi palpabile visivamente,
esalato dalle strade umide, i volti scavati e sofferti, i locali disadorni, gli
abiti modesti, sono la metafora dell’assenza totale di speranza, dell’assoluta
inutilità degli intenti umani di fronte al fato, giudice supremo. Persino gli
elementi di contorno assumono un senso simbolico, come il souvenir maneggiato a
lungo da Jean, contenente un battello in miniatura (il suo sogno di fuga in
Venezuela che naufragherà) o l’aspetto androgino di Nelly, che rappresenta
l’ambiguità delle relazioni, che da miraggio di libertà possono tramutarsi in
trappola di disperazione. Conturbante, aspro, passionale e disperato, è un
capolavoro di assoluta perfezione formale che svelò al mondo il talento purissimo
del regista, che, da lì a poco, avrebbe realizzato i suoi massimi capolavori: Alba
tragica e Amanti
perduti. E’ un grande classico del cinema francese con una grande
coppia di attori: Jean Gabin e Michèle Morgan.
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