Andreas Kartak, minatore alcolizzato
cacciato dal suo paese, la
Slesia, per un omicidio involontario, vive come senza tetto
sotto i ponti della Senna, a Parigi. Un giorno un signore distinto gli offre
200 franchi che Andreas dovrà restituire, in offerta, alla statua di Santa
Teresa di Lisieux nella chiesa di Batignolles, per saldare un vecchio debito
dell’uomo misterioso. Da quel giorno la sua vita cambia ma una serie di
incontri “miracolosi” sembra impedirgli di portare a termine l’impegno preso
con il benefattore. Dall’omonimo racconto
autobiografico di Joseph Roth, Olmi ha tratto un film vibrante, accorato,
appassionato, sull’esperienza drammatica di un uomo perduto che, toccato dalla
Grazia, riesce a ritrovare un motivo per vivere, raggiungendo, infine, la
catarsi. Costruita sull’ottima interpretazione di un intenso Rutger Hauer, è
un’opera sussurrata, emozionante, che esalta uno dei temi ricorrenti del
regista bergamasco, la solitudine umana di fronte alla natura, permeandola di
un potente misticismo che vira nell’epica esistenziale, quella del riscatto
salvifico di un reietto della società, passando dalla disperazione all’estasi
spirituale. Le ambientazioni parigine “sospese”, ovvero ambigue nella collocazione
temporale, sono di grande fascino ed ammantano la storia di struggente
malinconia, ben incorniciata dalla sontuosa impaginazione estetica. Una certa
ridondanza narrativa e qualche eccesso di compiacimento nella beatificazione
del personaggio principale, rendono il film imperfetto, sebbene il riscatto sia
garantito dall’altezza poetica delle scene più ispirate. Fu premiato, non senza
polemiche, con il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia del 1988.
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