Roger Thornhill, sagace pubblicitario
newyorkese, viene rapito da due uomini e portato in una villa fuori città, di
proprietà di un certo Townsend, dove subisce un incessante interrogatorio. I
rapitori lo hanno scambiato per un fantomatico George Kaplan e, di fronte alla
sua insistenza nell’affermare di essere un altro, cercano di ucciderlo con un
incidente d’auto simulato. Thornhill riesce a salvarsi per miracolo ma, tornato
alla villa, vede che tutte le tracce del sequestro sono state cancellate e
nessuno, polizia compresa, sembra
credere alla sua storia. Con l’aiuto di una bionda misteriosa inizia a indagare,
scoprendo che Townsend si trova al palazzo dell’ONU. Ma l’uomo che si troverà
di fronte, e che verrà ucciso di fronte a lui da una pugnalata letale, non è lo
stesso che ha incontrato nella villa. Accusato dell’omicidio di Townsend sarà
costretto a fuggire, con l’unica speranza di rintracciare il misterioso Kaplan.
Giallo brillante di vivace energia, complesso intreccio, intrigante mistero ed
appassionante ritmo d’azione, con il colpo di scena sempre dietro l’angolo e
continui passaggi dall’ordinario allo straordinario. Rappresenta la summa dello
schema narrativo hitchcockiano dell’innocente in fuga, tanto da potere essere
considerato una versione aggiornata e spettacolarizzata de Il club dei 39. Anche qui c’è l’immancabile bionda che accompagna
il protagonista nella fuga, con le conseguenti schermaglie sentimentali, che
virano nella commedia rosa.I dialoghi sono brillantissimi (e pieni di allusioni
sessuali) e la vicenda assume quasi una connotazione metafisica per la sua
estrema improbabilità. Ma il talento del maestro inglese, nel raccontare questo
tipo di storie, è indubbio e, tra azione spericolata, registro leggero e humour
elegante, l’intrattenimento di buona qualità è garantito da questo mistery
roboante con contaminazioni da comedy.
Tra le scene rimaste celebri, invero più coreografiche che realmente avvincenti,
ricordiamo quella dell’attacco aereo al protagonista nel campo di grano e la
fuga finale sul monte Rushmore, tra le facce dei presidenti USA scolpite nella
roccia. Nel cast spiccano Cary Grant, James Mason e Eva Marie Saint. Ebbe un
grande successo di pubblico e critica ed alcuni ci hanno visto, con un po’ di
forzatura, un antesignano del James Bond cinematografico. Il regista fa ben due
camei tutti da gustare: all’inizio del film è un passeggero che perde l’autobus
e poi ricompare sul treno, nel suo consueto umorismo nero, travestito da donna.
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