giovedì 29 gennaio 2015

Una notte d'estate - Gloria (Gloria, 1980) di John Cassavetes

Il mafioso Jack Dawn ha tradito la sua organizzazione criminale e sa di avere le ore contate per la terribile vendetta del suo clan. Riuscirà a salvare dal massacro punitivo solo il suo figlio minore, Phil, di sette anni, affidandolo alla vicina di casa, Gloria. La donna, ex amante di un gangster della medesima banda, impara a sparare per difendere strenuamente il bambino in sua custodia, a cui si è affezionato dopo il difficile impatto iniziale. Dovrà fuggire e lottare con i denti per cercare di salvare la sua vita e quella di Phil dai gangster. Con quest’opera atipica Cassavetes si allontana dalla rigorosa purezza stilistica e dalla sperimentazione formale delle sue pellicole migliori, quelle che lo hanno reso un idolo della critica europea, affascinata da un autore americano finalmente non convenzionale e lontano dalle logiche spettacolari di Hollywood. Gloria, opus numero 10 dell’autore, costituisce una singolare incursione nel cinema di genere, un thriller urbano che vira nel gangster movie, pervaso da suggestioni femministe con l’inossidabile Gena Rowlands magnetica protagonista. Il risultato è un ibrido, invero non esaltante, tra la pulizia tecnica del regista ed un tipo di cinema più “easy”, più ammiccante, più americano. Poco credibile nell’idea di fondo, una donna in fuga con un bambino che riesce a sopravvivere in un inferno urbano con schiere di killer professionisti che le danno la caccia, e molto forzato nel finale politicamente corretto, ha i suoi punti di forza nel personaggio di Gloria, un’antieroina che incarna alla perfezione l’ideale di dark lady forte e tormentata, ma capace di sciogliersi nei dialoghi con il piccolo Phil, che costituiscono i momenti più intimi del film. Meno introspettivo del solito, più dinamico e più effettistico, questo nero di Cassavetes convince a metà, sebbene alcuni lo ritengano un cult, per la feroce determinazione della protagonista, ed un antesignano delle moderne pellicole costruite su figure di donne “toste”. E’ molto probabile che questa pellicola di “evasione” sia figlia delle numerose “frequentazioni” di Cassavetes nel cinema noir, in qualità di attore. Non a caso tutti hanno sempre evidenziato come l’autore newyorkese avesse la faccia giusta per interpretare quel tipo di cinema. Fu premiato, non senza polemiche, con il Leone d’Oro al Festival di Venezia, a pari merito con Atlantic City, USA di Louis Malle. Ha avuto un barcollante remake omonimo nel 1999, diretto da Sidney Lumet con Sharon Stone protagonista (più bella che brava).

Voto:
voto: 3,5/5

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